29 aprile 2008

Il tabù (finalmente) infranto

Ci voleva Giuseppe Rotelli, imprenditore che pian piano è arrivato ad essere ormai il secondo azionista di Rcs e che è ancora fuori dal patto di sindacato (il "salotto buono"), perchè all'assemblea dei soci (ieri) qualcuno (a nome di Rotelli ha parlato la commercialista Anna Strazzera) "osasse" (finalmente) chiedere conto del calo delle vendite del Corriere della Sera (nel 2007 perso un altro 2,8%). Finora di fatto questo è stato tabù. Come se mettere in discussione la gestione di Mieli equivalga ad attaccare il capo dello Stato o il Papa. L'amministratore delegato di Rcs, Antonello Perricone (grande amico di Montezemolo), così ha risposto: "Siamo soddisfatti dell'andamento del quotidiano". Risposta curiosa, direi: le vendite vanno giù e i vertici sono "soddisfatti". Non ci vuole di certo un genio dei conti e dei bilanci per pensare che forse qualcosa non torna nel ragionamento. E così oggi pure il comitato di redazione del Corriere si è mosso. A pagina 27 del quotidiano c'è il relativo comunicato sindacale. Eccone un passaggio: "A Perricone il Cdr ha sollecitato un chiarimento sulle dichiarazioni (...) quanto ai dati che riguardano l'andamento della testata. In particolare si tratta di comprendere i motivi della sua 'soddisfazione' dato che le cifre pubbliche e ufficiali registrano un calo delle vendite e di diffusione, una riduzione del margine di distanza rispetto al diretto concorrente e un segno positivo solo sui dati Audipress che indicano il numero dei lettori complessivi". Insomma, appunto, il tabù è ufficialmente rotto. "Lesa maestà" per Mieli ;-) E sgarro alla "aristocrazia" del salotto buono di via Solferino ;-)

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Bye Bye Cicciobello!

Non nutro grande amore per An e più in particolare non amo la destra sociale di Alemanno, ma, lasciatemelo dire, che goduria la tranvata a Cicciobello Rutelli. E, mica troppo indirettamente, pure alla politica da avanspettacolo di Veltroni. Uno che (giusto per ricordare qualche "perla" di Uolter) quandò andò come sindaco di Roma in visita ufficiale in Romania invece di mettere subito sul tavolo la questione dei rom ha preferito proporre una bella Notte Bianca a Bucarest (sponsorizzata con i soldi dell'Enel)! Non è una battuta, è andata proprio così (come l'anno scorso ho già raccontato su questo blog).

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28 aprile 2008

Stavolta sto con Grillo

Lo sapete, sono tra quelli che hanno sempre pesantemente criticato Beppe Grillo. Ma, stavolta, sto dalla sua parte. No, non mi è diventato di colpo simpatico. Però, in un'Italia condannata all'asfissiante immobilismo delle caste e delle corporazioni, dove è ormai evidente che non c'è nessuna vera spinta riformista e liberale (d'altronde abbiamo un Pd finto-riformista e un PdL finto-liberale), bisogna avere la forza di appoggiare, anche solo strumentalmente e cinicamente, quelle iniziative che possono dare una scossa ad un sistema incancrenito. Insomma, appoggio pragmatico sull'obiettivo specifico, non "ideologico". In questo senso appunto stavolta io sto dalla parte di Grillo: giudico cosa buona i referendum proposti al V2-day. Nello specifico, credo siano evidenti a tutti i vizi dell'informazione nel nostro Paese. Diciamocelo francamente, chi nega questi vizi o è tremendamente ingenuo o (più spesso) è in malafede. Il punto, secondo me, è che proprio i protagonisti del settore dell'informazione dovrebbero essere i primi a sollevare i problemi e nel caso a fare autocritica. Invece si preferisce la solita linea del catenaccio e delle fette di salame sugli occhi. Lasciando così a capipopolo come Grillo l'esclusiva della critica. Ma, visto che così è, strumentalmente ben vengano i referendum di Grillo. Preferisco stare dalla parte di chi mi è antipatico ma fa la cosa giusta, piuttosto che il contrario.

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24 aprile 2008

Ad ognuno il suo conflitto (di interessi)?

Nei giorni scorsi c'è stata la prima assemblea dei soci del Sole24Ore dopo la avvenuta quotazione in Borsa dell'azienda editoriale controllata da Confindustria. E' stato approvato il bilancio 2007. Ed è stato pure comunicato l'ingresso nell'azionariato di alcuni importanti gruppi italiani: Benetton (tramite Edizione Holding), Mediobanca (che è stata anche global coordinator dell'operazione di collocamento in Borsa) e Perseo (finanziaria che fa riferimento tra gli altri alle Generali di Trieste e a diverse fondazioni bancarie piemontesi). In un Paese come il nostro dove giustamente si parla tanto di conflitto di interesse, anche questo non configura forse tecnicamente un potenziale conflitto? Il Sole24Ore come giornale economico e finanziario è chiamato a parlare quotidianamente dei grandi gruppi italiani quotati. Il fatto che alcuni di questi stiano direttamente nel capitale dello stesso Sole24Ore, che siano soci insomma del quotidiano, non prefigura forse un teorico rischio che l'informazione possa non essere totalmente libera e serena? Questo vorrebbe dire appunto conflitto di interesse (da una parte c'è l'interesse a informare, dall'altra l'interesse per i propri azionisti forti). In Italia non c'è semplicemente "la casta" (quella politica), ma piuttosto esistono "le caste" (c'è anche ad esempio quella sindacale, quella dei notai, quella degli avvocati...). Ormai dovrebbero averlo capito tutti. Allo stesso modo non ci sono forse "i conflitti di interesse" piuttosto che "il conflitto di interesse"? Se la si guarda con un occhio più attento e critico, la realtà non risulta sempre un po' più complessa e sfaccettata di come taluni la raccontano?

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23 aprile 2008

Meglio il fallimento!

Come ahimè avevamo in tanti temuto, dopo i pasticci della politica e del sindacato (che sono riusciti a bruciare l'unica offerta veramente sul tavolo, quella di Air France) ecco che ad una Alitalia ormai ad un passo dal definitivo disastro si è tornati a dare soldi su intervento governativo. Prestito ponte da 300 milioni di euro. Ed è significativo che si parli di "motivi di ordine pubblico". Da una parte si danno soldi perchè si temono disordini e dall'altra, sul fronte delle strategie, continuano a regnare caos e improvvisazione dilettantesca (ognuno spara la sua giusto per avere un po' di spazio sui giornali e sul tavolo resta il nulla). Insomma, così non si va da nessuna parte. Si torna solo alla vecchia logica delle partecipazioni statali e dell'intervento pubblico a fondo perduto. 300 milioni buttati così, senza un piano serio, servono solo a rimandare di qualche mese la fine dell'agonia. Cosa dovremmo fare altrimenti? Rimetterci a finanziare Alitalia a tempo illimitato? Se lo scordi chi eventualmente ci sta pensando! E, sì, perchè sia chiaro (secondo me finora molti non lo hanno ancora ben capito), qui rischiamo di ritrovarci tutti una "tassa Alitalia". Per cosa? Per avere una compagnia di bandiera (che non funziona)? Diciamolo chiaramente (per l'ennesima volta): chissenefrega della compagnia di bandiera! Gli Stati Uniti non hanno una compagnia di bandiera eppure non se la passano male. A questo punto c'è da augurarsi che l'Unione Europea bocci il prestito ponte come aiuto di Stato camuffato (cosa vietata dalle norme Ue). Non è una provocazione, lo dico convinto. Se la compagnia di bandiera riesce a stare in piedi autonomamente (da sola, con un partner straniero, con una cordata, con chi vogliono) bene, altrimenti a questo punto meglio che fallisca! Pagare noi tutti per tenerla in vita no. Preferisco pagare biglietti Ryanair che la tassa Alitalia.

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22 aprile 2008

Come volevasi dimostrare...

Giusto ieri ero tornato per l'ennesima volta sul caso Alitalia. Sempre sulla mia stessa idea (sulla quale chi mi segue da tempo sa che insisto da un sacco, addirittura dall'asta indetta dal Tesoro a inizio 2007): realisticamente Air France rappresenta l'unico candidato all'acquisto, troppo rischioso tirare eccessivamente la corda. E, invece, tanto si è fatto che ora i francesi (giustamente) hanno ritirato la loro offerta. Non hanno abboccato ai bluff di cui parlavo ieri (a poker sanno giocare meglio loro!). Hanno lasciato il tavolo, comer a dire: e ora che farete? Già, che si fa ora? Cosa pensano di fare i furboni che hanno finito per bruciare pure l'opzione francese? Tra Aeroflot e presunte cordate italiane, la sensazione resta quella di poco di concreto. La verità è che (come ne mio piccolo detto fino alla nausea!) si rischia che alla fine per l'ennesima volta si dovrà ricorrere (trovando l'escamotage ai vincoli Ue) a soldi pubblici (una bella "tassa Alitalia" per tutti gli italiani). Guarda caso, oggi in tanti hanno subito ricominciato a parlare di prestito ponte. I furboni dell'affare Alitalia (giusto per parlare chiaro, ricordiamo che in primis c'è stato l'asse del Nord tra leghisti e Formigoni, la cui linea disgraziatamente è poi stata trasformata in bandiera dal PdL) si sono per settimane lamentati che Air France offriva poco. Ma si sono resi conti che parliamo di Alitalia, non di Lufthansa? Hanno di fatto contribuito a creare tutto questo pasticcio. Loro e i sindacati, che hanno in questo senso responsabilità enormi (Spinetta l'ultima volta se ne è andato proprio dal tavolo sindacale). Ecco ora tutta queste gente dovrebbe dirci come intende uscire dal vicolo cieco!

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21 aprile 2008

Aeroflot, ritorno svogliato


Diciamoci la verità, il ritorno in campo di Aeroflot nella vicenda Alitalia ha proprio l'aria di essere un po' forzato (dovere di Vladimir all'amicone Silvio). Per questo non credo che alla fine ne verrà fuori qualcosa di concreto. Certo, può servire a ravvivare la trattativa con Air France, ma non credo che possa avere un grande sviluppo (a meno che certo non diventi in Russia un puro affare di Stato). Anche un quotidiano russo, il Vedomosti, dice oggi che i vertici di Aeroflot non sono per nulla entusiasti di doversi risedere al tavolo delle trattative. Ma sono comunque pronti a farlo per ordini dall'alto. Chiaro. Se lo zar Vladimir parla, c'è poco da scherzare ;-) Il punto è che Putin probabilmente si impegna per riportare Aeroflot al tavolo, non poi per una effettiva chiusura dell'affare. E, ovviamente, c'è una bella differenza. Insomma, tutto pare pokeristicamente un bel bluff per cercare di stanare i francesi. Che però in tutto questo tempo hanno dimostrato di non essere per niente degli allocchi. Hanno capito benissimo la situazione e, almeno fino a oggi, a mio avviso stanno giocando bene la loro partita. Hanno il coltello dalla parte del manico, cosa che forse qualcuno qui da noi ancora non ha del tutto capito.

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18 aprile 2008

Povero Ing. ;-)

Quanti dispiaceri in questi giorni per l'Ing. De Benedetti, quasi quasi ci viene da piangere ;-) I conti del gruppo Espresso non vanno bene. Lui stesso all'assemblea degli azionisti ha detto che il risultato 2008 sarà "inevitabilmente inferiore a quello 2007" e che bisognerà tagliare i costi. E l'a.d. Marco Benedetto ha parlato di risultati "per niente brillanti nel trimestre". Questo per la carta. Ma anche il settore dell'informazione online, dove da sempre grazie a Repubblica.it il gruppo Espresso mantiene la leadership in Italia, riserva ora brutte sorprese. Gli ultimi dati Audiweb (rilevazione marzo 2008) registrano infatti lo storico sorpasso: Corriere.it supera Repubblica.it e conquista così la prima posizione per audience internet (i dati li ha pubblicati oggi il Mondo, pagina 42). Non parliamo poi di politica. Come tessera numero uno del Pd e sponsor del ticket Veltroni-Rutelli (circa un annetto fa De Benedetti esternò proprio in favore di Uolter e Cicciobello), non ha certo di che festeggiare in questo periodo. Insomma, davvero povero Ing. Ritenta, sarai più fortunato ;-)

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Alitalia, ecco la soluzione!



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Un anno di guerrilla

Raccolta delle migliori iniziative di guerrilla marketing del 2007.


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17 aprile 2008

L'uomo gradino /2 (una bufala)

Contrordine, pare non fosse servilismo ma una goliardata. Libero si è già scusato. Ecco il relativo lancio Ansa: "La direzione di Libero si scusa con Miuccia Prada per la foto pubblicata in grande evidenza oggi in prima pagina, sotto il titolo Com'è umana la sinistra e la testatina Nuovi negrieri, che ritrae un uomo steso a terra per agevolare la salita di un ospite, amico della Prada, sull'aereo che riporta tutti da St.Moritz. Non si è trattato di un episodio di servilismo, ma di un gioco tra vecchi amici e alla luce di ciò il quotidiano diretto da Vittorio Feltri si scusa con gli interessati e con Miuccia Prada per alcune critiche espresse". Meglio così. Anche io nel mio piccolo ovviamente per correttezza mi scuso. C'ero cascato. Quando si sbaglia è giusto chiedere scusa.

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L'uomo gradino

Un accompagnatore di Miuccia Prada paparazzato (servizio esclusivo del settimanale "Chi") mentre al seguito della stilista per salire più comodamente sul jet privato calpesta un malcapitato usato come "uomo-gradino"! Una sequenza che fa rabbrividire. Roba che credevamo esistesse solo nella fantasia dei film di Fantozzi e che invece è realtà. Ebbene, questa storia è uscita ieri, rilanciata prontamente da Dagospia, e oggi quindi ti aspetteresti che tutti i giornali le dedicassero il giusto spazio. E, invece, solo Libero (come ho già detto altre volte, grazie di esistere Feltri!) la mette giustamente in prima pagina (cliccare l'immagine qui a fianco per ingrandirla). Come mai gli altri giornali non hanno fatto lo stesso? Forse perchè Prada vuol dire ricche inserzioni pubblicitarie sulle proprie pagine? Per la grande stampa italiana l'ennesima occasione mancata per dimostrare di essere seria e libera (ad azzerbinarsi sotto le suole dei potenti non c'è solo il malcapitato uomo-gradino di Prada...). Lor signori poi si meravigliano che vendono sempre meno copie o danno la colpa di questo ad altri (ad esempio alla tv o a internet). Non meravigliatevi e non date la colpa ad altri. Se la gente legge sempre meno i giornali è perchè i giornali danno l'impressione di essere sempre meno credibili. E sempre più azzerbinati...

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16 aprile 2008

Si vola basso...

Guardate questo video (trovato su YouTube) o, più precisamente, ascoltate bene l'audio. Sono questi i decantati "migliori piloti del mondo"? Si sta respingendo l'offerta di Air France con il rischio che poi alla fine (trovando l'escamotage per bypassare le limitazioni Ue) si torni di fatto a iniettare per l'ennesima volta soldi pubblici (tanti e a fondo perduto). Per gente così?


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15 aprile 2008

The day after

Finalmente tutto finito, con il risultato delle urne. Finalmente, perchè la campagna elettorale è stata noiosa, banale e a tratti tragicomica. Ha vinto il PdL, per quanto mi riguarda realisticamente "il meno peggio". Veltroni, se davvero lo desidera, a questo punto può dedicarsi ai bambini africani (buon viaggio, Uolter). Il comunismo si è definitivamente estinto. Come i dinosauri. E questo, per come la vedo io, è un elemento positivo nel difficile percorso di modernizzazione del nostro malmesso Paese. Peccato solo che l'altro male, il giustizialismo (incarnato da Tonino Di Pietro), non abbia fatto la stessa fine, e anzi si sia nei numeri rafforzato. Grazie al solito Uolter, al quale, ribadiamolo, auguriamo un bel futuro africano. D'Alema pensaci tu ;-) D'altronde, a ben vedere, la vera mission del Pd è fallita: hanno sì risucchiato tutti i voti della sinistra estrema, ma non hanno sfondato al centro. Ma, andiamo avanti in questo bilancio post-voto. I soliti blasonati commentatori dei soliti blasonati giornali nostrani in media hanno fatto l'ennesima figura cialtrona. Avevano tutti più o meno previsto un pareggio e invece si è visto come è andata. Non ne azzeccano mai una eppure continuano ad essere strapagati come grandi esperti della politica italiana (e poi ci si stupisce se i giornali vendono sempre meno!). Bastonati tutti quelli che hanno chiesto il non-voto. E risultato ai minimi termini, totalmente ininfluente negli equilibri parlamentari, per l'Uddiccì. Puntavano a fare al centro l'ago della bilancia, finiscono in un cantuccio. Volponi della politica, secondo molti, in realtà farebbero meglio ad andare a ripetizione dai leghisti, che a questo punto conteranno mille volte più di loro. Per Casini salutare bagno di umiltà.

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11 aprile 2008

La canzone dei precari

Trovata per caso su YouTube:


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10 aprile 2008

Il Gatto e la Volpe

Ecco cosa mi ha scritto l'amico Andrea F.: "Ciao Steve, visto che è un po' che sul blog non parli di finanza in senso stretto, eccoti uno spunto. I poveri risparmiatori restano col solito problema di non saper dove mettere i soldi faticosamente guadagnati e tassati. Ignari si avviano verso il mercato con il solo intento di preservare i loro risparmi. Entrano in banca, si rivolgono al loro consulente di fiducia, valutano la sicurezza dell'investimento, scelgono un emittente con rating tripla AAA e, bang, sono nel sacco! Le agenzie assegnano i rating, dietro lauto compenso (e di conflitto di interessi non ne voglio sentir parlare!) sulla base di bilanci o delle valutazioni fatte dalle centrali rischi, che più o meno è come scegliere un taxi il cui tassista riapre gli occhi solo a destinazione! Una azienda che abbia pericolose concentrazioni del debito in un solo esercizio sicuramente ha bisogno di riemettere debito per coprire la posizione, ma questo sicuramente lo farà dopo il bilancio e dopo il giudizio di merito. Dopo! Il giudizio di merito diventa uno strumento commerciale per il debito. Il debito (come la Volpe) si presenta al mercato con la garanzia di essere solido e certificato (dal Gatto) per cui formalmente adatto all'investitore, che (come Pinocchio attratto dal Gatto e la Volpe) lì sotterrerà le sue monete. Le metterà sotto la coperta dell' emittente. Allora, cosa può fare il povero investitore? Per esempio può chiedere la rappresentazione del debito dell'emittente alla banca (che guarda caso non lo mostra mai di sua iniziativa). I titoli legati ad un debito sono fortemente correlati con le curve rischio-rendimento settoriali legate ai rating, per cui un rendimento disomogeneo automaticamente implica una criticità tutta da verificare. Meditate, gente, meditate". Questo appunto scrive Andrea. Certo, non tutti sono in grado di fare quello che lui consiglia. Ma per chi lo è, è un ottimo consiglio.

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09 aprile 2008

Democratica monnezza

"Bassolino ha fatto un lavoro fantastico. A Napoli ha cambiato il volto della città e tutto il mondo lo ha riconosciuto": parole pronunciate ieri (8 aprile) da Walter Veltroni! Oggi ho letto questa cosa sul blog Daw e non ci volevo credere (d'altronde, guarda caso, sui vari tg non la ho sentita) e invece basta una semplice ricerca su internet per averne piena conferma (cliccando qui ad esempio c'è il virgolettato riportato sul sito della redazione napoletana di Repubblica). Peraltro è vero: Bassolino "ha cambiato il volto della città", ora infatti la città è sommersa dalla monnezza, e "tutto il mondo lo ha riconosciuto", basta vedere i servizi di questi ultimi mesi delle tv di tutto il mondo sull'emergenza rifiuti in Campania. "Un lavoro fantastico" secondo Veltroni. Come titola giustamente Daw: sì al test di sanità mentale. Già, prima che ai pm, forse bisognerebbe farlo ai leader di partito...

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08 aprile 2008

La disfatta di Waterloo /2

Dopo Striscia la Notizia anche Scorie (Rai Due) ha dato giustamente spazio tv alle epiche gesta di Luca Luciani (vedere video qui sotto). Sì, sempre lui, il d.g. di Telecom Italia che in convention incita i suoi raccontando la vittoria di Napoleone a Waterloo (ricordiamo che Luciani viene pagato più di 800mila euro l'anno). E dire che la scorsa settimana ci volevano privare di questo grande show provando ad oscurare YouTube (un po' come i cinesi cercano di far sparire le immagini della repressione in Tibet...). Capito la lezione cari "golden boys" della italica telefonia? Sul web la censura è sempre un boomerang. Se provate a oscurare internet, poi internet si accanisce contro di voi (basta vedere la marea di copie del video di Luciani caricate su YouTube) e si crea un caso che finisce per attirare l'attenzione anche della tv. E allora sì che è una Waterloo...


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07 aprile 2008

Vive la France!

Lasciatemelo dire, vive la France! Per la fiaccola delle olimpiadi della vergogna Parigi si è rivelata fatale. Le proteste sono andate a segno. Quella che per la fiaccola made in China doveva essere una passerella internazionale si sta trasformando in un giusto calvario. Tutto questo è importante. Per una Cina che voleva usare proprio i giochi come grande operazione immagine a livello planetario, il colpo è micidiale. Se le facciano pure le olimpiadi, ma saranno blindate. Saranno i giochi dell'oligarchia cinese e delle tante lobby occidentali amiche contro un nuovo sentimento che sta finalmente crescendo in Occidente. Questo è il vero importante risultato. Sempre più persone cominciano finalmente ad aprire gli occhi. La breccia nella muraglia è stata aperta, ora bisogna andare avanti. E il popolo di Internet può fare molto, può rappresentare la pattuglia che fa da apripista, può fare da cane da guardia di una informazione mainstream asservita agli interessi forti di chi va a produrre in Cina a basso costo. Non è solo per il Tibet, questo è il punto. Bisogna andare avanti perchè alla Cina sia finalmente imposto di fare "fair trade" e non solo "free trade". Vuol dire che i cinesi devono rispettare le regole base (condizioni di lavoro, norme ambientali, sicurezza dei prodotti...) imposte anche negli altri Paesi industrializzati, altrimenti i loro beni devono essere sottoposti a dazi e limitazioni. Nei casi più gravi rispediti direttamente al mittente. E, sia chiaro, questo dovrebbe valere per le aziende cinesi, ma anche e soprattutto per quelle occidentali (italiane comprese, ovviamente) che decentrano in Cina le loro produzioni.

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04 aprile 2008

La disfatta di Waterloo

Proviamo a ricapitolare. Due giorni fa ha cominciato a circolare su YouTube un video in cui si vedeva uno dei d.g. Telecom, il rampante Luca Luciani, incitare i dipendenti dal palco di una convention con il racconto del trionfo di Napoleone a Waterloo, quando ovviamente tutti sanno o dovrebbero sapere (si studia già alle scuole medie!) che a Waterloo Napoleone fu sconfitto (Waterloo è addirittura diventata sinonimo di disfatta). Insomma, gran figuraccia per un dirigente che da Telecom viene pagato sugli 800mila euro l'anno (!). Ad un certo punto ieri, a sorpresa, è successo questo: il video (nel frattempo ripreso da vari siti di informazione, con Dagospia che ha battuto tutti sul tempo, e da diversi blog) è sparito da YouTube. Rimosso! Presumibilmente su richiesta di qualcuno di Telecom. Reazione francamente penosa. In fondo si trattava semplicemente della gaffe di un dirigente mica di notizie esplosive in grado di causare il tracollo finanziario dell'azienda. Si poteva reagire in mille modi, magari pure (e sarebbe stata la cosa più intelligente) con autoironia. E, invece, alla faccia di colossali campagne pubblicitarie all'insegna della nuova era della comunicazione aperta (basta ricordare ad esempio quella che usava l'immagine di Ghandi), c'è stato solo il tentativo di oscurare l'accaduto. Ma - fortunatamente ;-) - gli è andata male: il video è sempre rimasto su Repubblica.it (che lo aveva prima dell'oscuramento riversato da YouTube su Repubblica Tv) e idem su LaStampa.it, è ricomparso pure sullo stesso YouTube (qualcuno evidentemente lo aveva tirato giù e lo ha poi ricaricato) e ieri sera (grande ciliegina sulla torta!) la storia è approdata su Striscia la Notizia, che ha mandato in onda un relativo esilarante servizio. Bella lezione, direi, per chi pensava di risolvere tutto con la censura...

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02 aprile 2008

Il banchiere
è mobile?


Foto dell'amministratore delegato della bazoliana e ulivista Santa Intesa, Corrado Passera. Mentre guarda a destra...

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Meno male che c'è lui, Mister Prezzi...

L'inflazione corre. L'ultimo rapporto Istat ha registrato un tasso al 3,3%. E' dal 1996 che non si vedeva più un valore a questo livello. Male insomma sul fronte dei prezzi al consumo. Strano visto che solo qualche mese fa era stato annunciato in pompa magna l'arrivo di "Mister Prezzi" (ve lo ricordate?) che, con quel nome da supereroe dei cartoni animati, avrebbe fatto faville ;-) Ridiamo per non piangere. Una proposta: visto che almeno per ora non ci sono proprio risultati da salvifico sovraumano supereroe, si potrebbe avere la decenza di dare un nome umano a questa figura. Tipo: controllore dei prezzi, o roba simile. Poi, magari, e sarebbe troppa grazia, si potrebbe pure pensare se serve davvero una figura simile. Che in concreto ha poteri limitati (insomma, siamo alle solite: più fumo che arrosto, più "immagine" che concretezza).

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