24 ottobre 2010

Fiat, ora basta!

E' tanto che non scrivo sul blog e me ne scuso. Purtroppo ultimamente il tempo per il blog scarseggia. Detto questo, ho appena letto le ultime dichiarazioni di Sergio Marchionne e non potevo non scrivere! Marchionne dice che la Fiat senza l'Italia starebbe meglio. Che degli utili Fiat nulla viene dall'Italia. Dichiarazioni a mio modesto avviso semplicemente vergognose. La Fiat ora starebbe meglio senza l'Italia? E' l'Italia che negli ultimi cinquant'anni sarebbe stata meglio senza la Fiat! Ci vogliamo dimenticare le vagonate di aiuti pubblici con cui da sempre si va incontro a lor signori. Ci vogliamo dimenticare le politiche ad hoc per casa Fiat? Ci vogliamo dimenticare le rottamazioni a go-go per aiutarli a vendere le loro macchine? Ci vogliamo dimenticare che quando negli anni ottanta la Ford cercò di prendersi l'Alfa Romeo l'Italia bloccò gli americani per dare il marchio alla Fiat? Se Marchionne fa finta di dimenticarsi di tutto questo, credo che gli italiani si ricordino invece molto bene. Colpisce poi che a fare queste dichiarazioni sia un gruppo che da sempre invita a "comprare italiano" quando si tratta di vendere. E, beh, certo, ora hanno preso tutto quello che c'era da prendere e Marchionne preferirebbe magari traslocare il quartier generale negli Usa e le fabbriche in Paesi a basso costo come Serbia e Polonia. Bene, ci vadano. Gli italiani però quando devono decidere che marca d'auto comprare dovrebbero pensare a tutto questo. Pensateci la prossima volta!

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29 settembre 2010

Effetto Mid-Term

Parlando di Borse e mercati, bisogna cominciare a prendere sempre più in considerazioni il fatto che andiamo verso le elezioni di mid-term negli Stati Uniti. Sono in calendario per novembre e, visto il semidisastro della amministrazione Obama (poco fatto rispetto alle grandi promesse elettorali con conseguente crollo di fiducia), i repubblicani puntano a dare una mazzata ai democratici. Attenzione, perchè tutto questo può avere impatti sui mercati soprattutto nel pre-elezioni. In linea teorica un po' di Orso favorirebbe ovviamente proprio i repubblicani, fomentando ulteriormente lo scontento della classe media. E non dimentichiamoci mai che negli Usa i giochi li fanno le solite potenti lobbies. Tra quelle che hanno fatto arrivare Obama alla Casa Bianca, con uno scenario come quello che si è andato progressivamente delineando, c'è da scommettere che ci saranno defezioni, se già non ci sono state. E le solite lobbies sul mercato hanno il loro peso. Dunque, occhio al mid-term. D'obbligo la prudenza.

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23 settembre 2010

Carità mediatica

Ampio spazio sui media ai 2 milioni di euro dati in beneficenza da Alessandro Profumo alla Casa della Carità di Don Colmegna. Una volta si diceva che la beneficenza la si faceva, ma non lo si diceva. Non la si sbandierava. Altri tempi, evidentemente. E, soprattutto, altre persone e altro stile.

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21 settembre 2010

Profumo, game over?

Ormai non si parla d'altro. Profumo sarebbe ad un passo dalle dimissioni. Il rumor ormai è un fiume in piena. Aspettando il corso degli eventi, voglio dire - con un eufemismo ;-) - che personalmente non mi straccerei le vesti se Profumo finisse fuori da Unicredit. Penso a tante cose successe in questi ultimi anni... E penso anche alla clamorosa vicenda libica (ciliegina sulla "torta"), che si voleva sostanzialmente far passare così sotto gamba come normale amministrazione. Non è normale amministrazione. L'investimento libico non può essere trattato al pari di un qualsiasi acquisto di azioni sul mercato! E' stato un pretesto per una partita più complessa? Non importa. Uno ad un certo livello e con una certa esperienza non ci si deve mettere in certe situazioni. E, riguardo alle critiche per le pretese leghiste sulle fondazioni bancarie, torno su un punto di cui ho già scritto in passato: le critiche in linea astratta ci stanno tutte, peccato solo che nel concreto vengono in larghissima parte da personaggi (banchieri, giornalisti e umanità varia) a cui un certo sistema lottizzato è andato benissimo per decenni e va ancora bene tuttora, se a gestirlo ci sono altri invece dei leghisti. Quanta ipocrisia!

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15 settembre 2010

Il pantano Usa

Hanno perfettamente ragione i blog liberal americani che lanciano l'allarme. Negli Usa più che altrove sta sprofondando la classe media. Questo è un enorme rischio per il sistema. Un trend che va assolutamente invertito. Serve una nuova politica decisa. E questo in un momento in cui con Obama non c'è più una linea politica, ma solo fuffa. La Germania fa meglio degli Usa ed è il nuovo modello. Qualcosa davvero non va. L'America non va. Credo che le lobbies americane non possano più accettare a lungo questa situazione...

02 settembre 2010

Borsa, wait and see

Allora, post per tutti, ma dedicato in particolare all'amico Gianluca a cui l'ho promesso in questi giorni. Parliamo della situazione di Borsa. Premesso che (come dico sempre, ma vale sempre la pena di ribadirlo), non mi considero e non sono assolutamente un "guru" (ce ne sono già troppi su internet e pure sui blog che pontificano e fanno i maestrini...), ma sono semplicemente uno come tutti, uno che come tutti guarda i mercati e si fa una sua soggettiva idea, al momento mi pare evidente una classica situazione di "congestione", come dicono i tecnici. Non sono catastrofista, come di nuovo invece molti, e lo voglio dire chiaramente. Almeno al momento non vedo una disfatta, ma appunto una congestione. Semmai bisogna dire che non si tratta di una congestione di tipo "semplice", monocorde, ma piuttosto il risultato di forti pressioni opposte dai due diversi fronti ribassista/rialzista. Nel grafico qui sopra (che ho preso dal blog di Luca, che ha sempre bei grafici) tutto questo mi sembra si veda in maniera molto evidente. Si "ristagna" in una non-direzionalità, ma è come se si arrivasse a questo "punto di mezzo" come frutto di due opposte forze, non come risultato di una non-forza. Dunque, "tregua armata" tra rialzo e ribasso e, appunto, sostanziale assenza di un trend definito. In questo quadro inseguire i segnali quotidiani mette solo a rischio la propria tenuta psicologica. Un giorno si vede una direzione, il giorno dopo l'esatto opposto. Secondo me in estrema sintesi e sostanzialmente se si è fuori meglio restare fermi, idem se si è dentro. Si può solo aspettare. Per cercare di capire che direzione prenderanno i prezzi alla fine di questo strampalato imbuto. Insomma, come si dice, wait and see. Continuare a entrare e uscire con un mercato così, soprattutto se non si è trader più che esperti e navigati, può solo portare molto facilmente ad accumulare perdite e appunto a mettere a dura prova i propri nervi. Io almeno la vedo così.

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Il banker si fa la "App"

La Applemania comincia a farsi sentire anche nel settore dei servizi delle banche d'affari. A sbarcare su iPhone e iPad c'è ora infatti Morgan Stanley, con una applicazione gratuita da scaricare dall'App Store. A disposizione le ricerche degli analisti della famosa merchant bank. Morgan Stanley punta così a creare una connessione continuativa con la propria clientela. Sicuramente in primis in questa fase una bella mossa di marketing: se ne parla, si parla di Morgan Stanley, tutta pubblicità gratuita... Giusto così. Bene farebbero a ragionarci sopra i competitors.

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31 agosto 2010

Perchè non si chiede che lasci l'Unicredit?

Vabbè che pecunia non olet (per favore non facciamo Alice nel Paese delle Meraviglie: da sempre gli interessi economici fanno girare il mondo e questo tutti lo sanno benissimo), però effettivamente lo show romano di Gheddafi, per quanto in fondo solo innocuo folklore, ha abbondantemente passato il limite della pubblica decenza. Un baraccone penoso, tragicomico, offensivo. Da trasferta in nazione terzomondista, non in un Paese europeo. Ma non voglio parlare di questo, che mi sembra francamente chiaro a tutti e sotto gli occhi di tutti, voglio parlare della relativa ondata di "indignazione nazionale" che ha subito imperversato sui nostri italici giornali. Già, tutti indignati, tutti a urlare all'insulto per la nazione. Ecco, se c'è tutta questa indignazione e questo danno per la dignità dell'Italia, non capisco perchè gli stessi blasonati giornali non chiedano a gran voce, anzi pretendano, che innanzitutto Gheddafi venga buttato fuori da una delle principali banche del nostro Paese, ovvero Unicredit. Già, Gheddafi è grande azionista dell'Unicredit di Alessandro Profumo. Chiedano i nostri giornaloni con i loro illuminati direttori e opinionisti, quelli che denunciano lo scandalo nazionale, che Gheddafi lasci la banca. Si possono raccogliere firme, fare campagne stampa, chiedere leggi ad hoc. Sarebbe giusto e sacrosanto. Soprattutto sarebbe coerente. Ma così non è. Siamo alle solite: parole al vento e ipocrisia...

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