28 gennaio 2010

Ora Steve Jobs deve solo inventare il borsello...

Sì, sarà pure rivoluzionario e bellissimo come dicono tutti i superfans di Apple, ma questo nuovo iPad dove lo metti? Steve Jobs è un grande genio creatore, questo per carità nessuno osa metterlo in dubbio, forse però stavolta si è dimenticato di inventare una cosa: il borsello! Ah già, è vero, lo avevano già inventato negli anni 70. Forse per questo Jobs ha preferito glissare. Beh, vorrà dire che i possessori di iPad si rassegneranno a dover usare una normalissima borsa come nel caso di un normalissimo computer portatile, oppure andranno in giro con il loro oggetto del desiderio tra le mani stile vassoietto della mensa...

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27 gennaio 2010

Tanto ai signori della Fiat nessuno osa mai dire no

Beh, bella questa: il ministro Scajola ora "esterna" contro la Fiat per la decisione dell'azienda di fermare per due settimane gli stabilimenti (cassa integrazione). Scajola parla di "decisione inopportuna" e di "vertenza che si complica". Si è accorto solo adesso della discutibile politica di casa Fiat? Meglio tardi che mai! E' più di un anno che il governo le dà tutte vinte a lor signori. Come già detto un sacco di volte su questo blog, in nome della difesa dell'"italianità" per l'ennesima volta la Fiat ha chiesto e ottenuto l'intervento dello Stato (vedi rottamazioni), salvo poi andare ad investire all'estero (vedi Chrysler) e cominciare di conseguenza a pensare di alleggerire la produzione in Italia (vedi Termini e il blocco temporaneo degli stabilimenti annunciato ieri). Scajola si accorge solo ora che qualcosa forse non torna? Comunque, il punto (vero) adesso è un altro: le chiacchiere contano zero, si misurano i fatti. Il ministro dice che non gli sta bene la politica Fiat? Bene, allora intraprenda subito azioni concrete in questo senso (è facile, basta ad esempio in primis rivedere il piano per la cassa integrazione). Perchè altrimenti sarà solo l'ennesimo teatrino: si parla, si critica, ma poi alla Fiat si dice sempre di sì. Questa è la storia del Belpaese...

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22 gennaio 2010

Lo scenario di Borsa

Dunque, come da molte parti e pure in questo blog nei giorni scorsi si ipotizzava come evento probabile, è arrivata sulle Borse aria di storno (grazie anche alla sortita sulle banche di Obama, peraltro come al solito puramente di natura propagandistica...). Cerchiamo quindi in questo momento di fare nuovamente il punto. Quale lo scenario, quali i possibili sviluppi per i mercati azionari? Premesso che, come già detto un sacco di volte non ho la sfera di cristallo nè tantomeno mi considero un guru o un "esperto", dico la mia. Secondo me il macro-trend di fondo resta rialzista, ma in termini di correzione ribassista l'Orso ha alcune carte di un certo peso da giocarsi. Risottolineando ancora una volta quanto il rimbalzone 2009 sia stato "drogato" (creato "in laboratorio" dalle politiche monetarie delle banche centrali e dagli interventi neo-statalisti in favore dei banchieri), bisogna ora tenere conto che negli Usa la super attiva "manina" della Fed salvo sorprese sarà ritirata già dal secondo trimestre. Non solo in America ma un po' ovunque, persino in Cina, per il "bocchettone" per le banche c'è aria di stretta e si comincia a riparlare di possibile, seppur molto graduale, inversione di rotta per la curva del costo del denaro (dall'autunno potremmo ricominciare a veder salire i tassi). Insomma, i "regimi speciali" non possono durare in eterno. Tirando le somme, c'è, almeno potenzialmente, lo spazio sui mercati per un corposo storno, anche superiore al 10%. Le prossime settimane saranno cruciali. Vediamo che succede da qui fino a marzo. In ogni caso, come già detto in altro post, l'eventuale marcato storno può rappresentare una buona occasione per rientrare sul mercato a prezzi più "sgonfiati".

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20 gennaio 2010

Obama al tappeto

Dagli Usa è arrivato un altro chiaro e pesante segnale che dimostra come il vento stia cambiando per Obama e per i democratici. Parliamo della sconfitta nel Massachusetts, dove il repubblicano Scott Brown, astro nascente del suo partito, ha battuto Coakley. Una sconfitta davvero di grande impatto sia simbolico che pratico. Simbolico perchè proprio il seggio del Massachusetts da oltre mezzo secolo è sempre stato dei democratici. Pratico perchè perdendo questo Stato il Partito Democratico non ha più la maggioranza assoluta in Senato. Dopo la grande illusione e le tante belle parole del "messia Obama" in campagna elettorale, ora gli americani (che restano molto più pragmatici di noi...), cominciano a misurare cosa concretamente la nuova amministrazione sta realizzando rispetto alle mirabolanti promesse fatte per avere i loro voti. E, siccome di fatti concreti non c'è praticamente nulla, il bluff di Obama comincia ad essere sempre più evidente e i voti se ne vanno. Ricordo giusto qualche fatto: Guantanamo resta aperta, i soldati in Medio Oriente non solo non se ne vanno ma anzi aumentano, per l'economia sono stati confermati nei posti chiave i vecchi uomini di Bush a partire dalla Fed e invece della pulizia nel settore bancario si sono date tonnellate di soldi proprio ai banchieri, sul fronte ambiente c'è stato l'accordo Usa-Cina che ha fatto saltare le speranze dell'ultimo vertice di Copenhagen. Questi sono i fatti. Ai tanti "obamiani d'Italia" continuano a bastare le chiacchiere (e poi soprattutto hanno poca voglia di ammettere di essersi sbagliati...), gli americani invece guardano ai fatti. E a votare sono loro...

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18 gennaio 2010

Borsa in bilico?

Parliamo di Borsa. Per dire che a questo punto sembra proprio che potremmo essere di nuovo su un punto delicato del mercato. A questo punto un fisiologico storno ci potrebbe stare benissimo. Nessuno ovviamente ha la sfera di cristallo, vediamo come vanno le cose questa settimana e la prossima. In ogni caso una eventuale correzione ribassista potrebbe trasformarsi in una occasione per rientrare a prezzi più interessanti. Sono tra quelli che pensano che in questo 2010 il Toro potrà dare ancora buone opportunità di trading. In fondo, diciamoci la verità, il rimbalzone 2009 è stato assolutamente "drogato" (dalle politiche monetarie delle banche centrali e dalle vagonate di soldi date alle banche e "girate" proprio sui mercati) e sul fronte degli ordini è mancata ancora di fatto all'appello la componente più "naturale" ovvero quella che viene dal retail, quella che arriva sempre in coda, nella fase di "ipercomprato mediatico". Dunque, se in qualche modo un ciclo deve chiudersi, manca proprio questa coda (interessantissima per il trading). E per questo ci sarà tempo. In mezzo ci possono stare anche le correzioni.

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14 gennaio 2010

Lunatica Borsa

Le Borse spesso vi sembrano un po' lunatiche. C'è chi sostiene che non sia un modo di dire, ma che sia tecnicamente proprio così: andamento dei mercati correlato al ciclo lunare! E' tutto scritto in una ricerca di Macquaire Securities, potete cliccare qui per saperne di più. In particolare, si sostiene che i guadagni sui mercati si fanno quando c'è la luna nuova! Beh, sono certo che molti faranno come con l'oroscopo, della serie: non ci credo, ma lo leggo. Insomma, l'occhio cascherà pure sul calendario lunare ;-)

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Fiat, privata o pubblica?

Ci risiamo. Davanti alle proteste per la pianificata chiusura di Termini Imerese, il manager in maglioncino Marchionne dice: "Siamo un'azienda, non il governo". Come dire: privati, non pubblici. Sì, peccato solo che quando invece bisogna parlare di aiuti di Stato (a partire da quel "classico" che sono ormai i contributi per la rottamazione auto) allora si dice che si è di interesse nazionale. Insomma, allora in qualche modo un po' pubblici. E al governo si chiede...

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13 gennaio 2010

Cina, Google "si sveglia"

Parlando ancora di Cina (vedi post precedente) oggi sta facendo notizia l'ultima presa di posizione di Google. L'azienda americana del motore di ricerca dice di non voler più sottostare alla censura internet imposta in terra cinese dal governo di Pechino. Beh, viene da dire: meglio tardi che mai! E soprattutto da sperare che Google abbia effettivamente la volontà di andare fino in fondo (insomma niente marcia indietro sotto le pressioni cinesi...). Come tante altre aziende di tanti altri settori finora di fatto anche Google aveva deciso di chiudere un occhio in nome del business. Questo, come ormai evidente, è il ricatto di Pechino: se vuoi lavorare sul grande mercato cinese devi accettare certe regole che in Occidente sarebbero pura follia (come ad esempio far "sparire" il Dalai Lama da internet!). Se un marchio così importante come Google comincerà davvero a dare il buon esempio, a rifiutare cioè il ricatto cinese, sarà veramente un fatto strategico. Se uno iniziapoi altri lo seguono e pian piano chi non lo fa si confina in una posizione odiosa esempre più indifendibile. Ahimè non sono molto ottimista su questo, ma ci spero. In fondo sta cominciando a succedere così anche con la sensibilità per l'ecologia e l'ambiente: dopo decenni bui in questo senso ora al contrario tra le grandi aziende c'è una vera e propria gara a chi si dimostra più "verde". Ecco, spero che, se in Cina le cose non cominciano a cambiare, si possa arrivare in futuro alla gara per chi si dimostra meno cinese-dipendente possibile. Le campagne di sensibilizzazione in questo senso sono molto importanti. Internet è molto importante. I blog anche possono fare la loro parte. Bisogna sperare di riuscire a formare una sensibilità pubblica, proprio come è successo per l'ecologia. Deve passare sempre più l'idea che in nome del business non si può chiudere gli occhi davanti a violazioni di massa dei diritti civili. Deve sempre più passare l'idea che bisogna premiare i prodotti e servizi delle aziende che lo capiscono, mentre bisogna boicottare quelli delle aziende che invece si ostinano a far finta di niente.

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12 gennaio 2010

Future sulla bolla cinese

Rieccomi online dopo la pausa vacanziera. Nei giorni di assenza dal blog e dunque in questo inizio d'anno nuovo il fatto che mi ha più colpito (e che secondo me è passato un po' troppo sotto gamba anche sulla stampa specializzata in economia e finanza) è quello dell'apertura dei cinesi ai futures. L'autorità di controllo del mercato borsistico nella Repubblica Popolare Cinese ha fatto capire che si va verso l'introduzione di un nuovo comparto di strumenti derivati su indici e titoli e verso le vendite allo scoperto. Per carità, nulla di "fantascientifico" o "eretico", è tutta roba che come noto sui mercati occidentali c'è da un pezzo. Semmai c'è da chiedersi cosa tutto questo potrà portare in futuro su un mercato diciamo così con più di un ombra, come spesso sottolineato in questo blog, come quello cinese. I derivati di per sè non sono nè "buoni" nè "cattivi" (non siamo certo qui a fare i "luddisti" della finanza, quelli per cui necessariamente la parola derivato è sinonimo di satana...), il problema è semmai dove possono portare un mercato già sospettato di essere "in bolla" e con aree di potenziale grossa fragilità strutturale. Ho letto sul Sole questo: "L'attesa introduzione di un mercato dei derivati in Cina, secondo gli esperti, contribuirà a stabilizzare un indice notoriamente volatile". Beh, francamente, nel mio piccolo di "non esperto" ho più di un dubbio su questo soprattutto a tendere, pensando a quando la bolla cinese sarà stata ben ulteriormente gonfiata proprio grazie ai derivati...

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