29 aprile 2010

Navicella spaziale Seat

Con un titolo che vale in Borsa una manciata di centesimi, un debito pesante come un macigno, fatturati sotto pressione e previsioni a tinte fosche da parte degli analisti finanziari, la Seat Pagine Gialle non può dirsi di certo messa bene. E questo lo sapevamo tutti. Quello che almeno io personalmente non sapevo (lo leggo oggi su Economy) è che proprio Seat Pagine Gialle ha speso sessanta milioni di euro per rifare la sua sede torinese, inaugurata lo scorso anno. Cercando online ho trovato su un sito di architettura la descrizione del progetto. Caspita, leggo ad esempio che il portone principale, in vetro, si apre addirittura "come una navicella spaziale". Accipicchia. Sì, peccato solo che dentro la navicella spaziale ci siano oltre due miliardi di debiti. Non so, non conosco la situazione specifica (e quindi per correttezza lo dico), ma era proprio necessario, visto diciamo così il trend (che non è roba di oggi ma viene ormai da lontano), mettere in cantiere una nuova sede? Sessanta milioni di euro non sono proprio spiccioli...

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Colpi sotto la cintura...

Parlando del declassamento del debito di Grecia, Spagna e Portogallo, il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, ha detto tra le varie cose pure questa: "Non bisogna credere troppo alle agenzie di rating". Beh, se iniziano a spararsi addosso pure tra loro, stiamo freschi...

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28 aprile 2010

Ultime parole famose

Ancora a proposito di Grecia, ho capito chi ha portato sfiga ;-) Lo scorso mese un "grande economista" (italiano e famoso...) scelse l'agenzia Bloomberg per dichiarare al mondo intero: "Per la Grecia il problema è completamente risolto". Fece capire urbi et orbi che non c'era troppo da preoccuparsi. Beh, basta vedere il disastro attuale, con titoli di Stato classificati "spazzatura" e Borsa a picco, per capire che forse il problema non era proprio così risolto. E il nostro "grande economista" disse pure di non vedere casi simili in Europa. A questo punto i portoghesi è meglio che tocchino ferro e facciano incetta di cornetti anti-iettatura ;-) Chi è il grande economista in questione? Ma sì, lui, il redivivo Prodi, sue le ultime parole famose sulla crisi greca.

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Il supplizio greco dell'eurobaraccone

Con la crisi greca ormai entrata nella fase da allarme rosso, il portavoce del governo ellenico, Giorgios Petalotis, dichiara che Atene "ha fatto tutto il possibile". Sì, soprattutto ha taroccato per lungo tempo i conti per evitare che i controlli comunitari scoprissero la reale drammatica situazione dei conti. Petalotis poi dice che "ormai questa è chiaramente diventata una situazione europea". Come dire: ok, noi abbiamo fatto il buco e abbiamo pure cercato di nascondervelo, ma ora sono pure cavoli vostri e quindi vi conviene tirarci fuori altrimenti sprofondate con noi. Il dramma è che è proprio così. Se si ha la forza di superare per un attimo la solita ormai trita e ritrita retorica "euro-conformista", si capisce che hanno ragione quelli della Csu bavarese che dicono che la Grecia andrebbe buttata fuori dal sistema euro. Perchè appunto hanno barato nascondendo una situazione che, forse, se fosse stata affrontata per tempo, non avrebbe portato all'emergenza attuale. Comunque ora già si parla della probabile necessità di dover aumentare l'entità degli aiuti già stimati. L'Fmi starebbe rifacendo i conti e servirebbero almeno 10 miliardi di euro in più rispetto ai 45 finora discussi, così scrive il Financial Times. Insomma, la coperta è corta. E la sensazione già c'era, come dicevamo pure qui. Il fondo del pozzo si allontana, mentre si avvicina il fantasma di una neo-Cassa del Mezzogiorno su base europea come la avevo definita. Cosa penso? In tutta franchezza, penso che ora la Grecia dobbiamo per forza salvarla, ma poi dovremmo davvero buttarla fuori dall'euro. Tutto sta all'idea di Europa che vogliamo. A me l'euro-carrozzone sgangherato con dentro furbi, regole precarie che valgono a singhiozzo, controlli ridicoli, scaricabarile e logighe neo-assistenzialiste, proprio non piace. Non mi sembra che ci avessero "venduto" questa roba quando ci è stato imposto l'euro dall'"Europa dei banchieri".

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26 aprile 2010

Fuorimercato Newsletter

Qui a fianco, nella colonna di destra del blog, trovate l'apposito spazio dedicato al servizio newsletter di Fuorimercato. In pratica, basta inserire e inviare il proprio indirizzo di posta elettronica per poi automaticamente ricevere sempre gli ultimi aggiornamenti del blog, proprio tramite messaggio mail. Servizio comodo. E sempre comunque gratuito. Realizzato grazie a funzionalità di Feedburner, standard adottato anche da Fuorimercato per la gestione del feed rss.

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Colazione da Obama

Nel periodo seguito all'avvio delle attività investigative della Sec su Goldman Sachs, quelle che hanno poi portato all'accusa di frode proprio nei confronti della potente banca d'affari americana, il numero uno di Goldman, Lloyd Blankfein, sarebbe stato in visita alla Casa Bianca ben quattro volte, almeno: il "rumor" è uscito sulla stampa Usa la scorsa settimana. Tutti ovviamente hanno prontamente negato che Obama e Blankfein abbiano parlato dell'inchiesta Sec. Ma sì, dai, avranno fatto merenda con tè e biscotti parlando del più e del meno. Magari dell'ultima partita di football americano o dei progressi dell'orto biologico di Michelle. Tutto così piacevole che Blankfein ha pensato bene di tornarci di frequente. Si vede che i biscotti della Casa Bianca sono davvero buoni.

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23 aprile 2010

Finanza a luci rosse

Tragicomica questa storia che è saltata fuori dei funzionari della americana Sec che invece di vigilare sui mercati finanziari passavano la giornata in ufficio a guardare video porno. L'inchiesta riguarda una trentina di dipendenti. Sembra che alcuni di questi addirittura siano arrivati a buttare dai loro computer dati sui movimenti borsistici per far spazio in memoria proprio a filmati a luci rosse. Mi chiedo se anche in altri Paesi sia stato fatto un controllo simile. Ma forse in certi Paesi sia che guardino i dati finanziari o i film porno o giochino a briscola è la stessa cosa...

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Tassa web pro-editori? Proposta vergognosa!

Semplicemente vergognosa a mio avviso questa idea della nostrana Federazione degli editori di una "tassa web". Sì, dovrebbero vergognarsi solo a parlare di una roba simile. Il presidente della Fieg dice che "basterebbe un prelievo di entità minima, l'equivalente di un caffè al mese, su chi ha la connessione a internet". Pazzesco! Proprio gli editori italiani che per anni e anni hanno sempre sostanzialmente snobbato il web, proprio loro che ti dicevano (e ti dicono ancora oggi!) che la crta stampata "è tutta un'altra cosa", ora si attaccano a internet, nel peggiore dei modi. Vogliono guadagnare con i contenuti online? Bene, allora investano nei loro siti e provino a vendere la pubblicità, oppure alternativamente provino a vendere direttamente i contenuti stessi (come ad esempio ha deciso di fare Murdoch). Così funziona per tutti, in tutto il mondo. Non chiedano sussidi o, peggio, tasse imposte. Sul web, poi. Roba da pazzi. Una proposta da far ridere tutto il pianeta. Per una volta sono pienamente d'accordo con una associazione di consumatori come l'Aduc che dice: "Forse è meglio che chi fa proposte del genere chiuda subito il proprio giornale e si dedichi ad altro". A me personalmente, dopo aver sentito una aberrazione del genere viene voglia di non comprare più nemmeno un giornale. Ha ragione l'Aduc, gente così è meglio che chiuda baracca al più presto.

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21 aprile 2010

La pezza greca vacilla

Di nuovo a quota 8% il rendimento dei titoli di Stato greci a durata decennale. Con lo spread con i bund tedeschi sempre sui massimi. Quella che io qui nel mio piccolo ho definito strategia della pezza da "neo-Cassa del Mezzogiorno" sta mostrando i suoi limiti. Quando si va "contro il mercato" bisogna sapere che proprio il mercato reagirà in senso contrario, con la "speculazione" (come da sempre sanno bene le banche centrali...). Dunque, o hai fatto bene i conti o rischi di "bruciare" soldi. Soprattutto se la pezza che hai messo già di partenza era un po' troppo risicata...

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Champagne!

Montezemolo che annuncia di lasciare la presidenza della Fiat e la Borsa che subito reagisce premiando il titolo con un +9%? Lo confesso, ho goduto ;-) Ci mancava giusto che a Piazza Affari stappassero bottiglie di champagne e facessero i fuochi d'artificio ;-) Una giornata da ricordare. Lo mettiamo nel curriculum, caro Luca Cordero di Montezemolo? Io ce lo metterei, in fondo gli azionisti ringraziano, un bel 9% in una sola seduta è roba che si vede ormai raramente sul listino...

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15 aprile 2010

La solita ipocrisia
degli opinionisti
al guinzaglio

L'ultima sortita ad effetto di Bossi (La Lega promette di "prendere le banche del Nord") ha già fatto partire su blasonati giornali italici la difesa d'ufficio dei grandi banchieri che, diciamo così, di colpo dopo le regionali si sono accorti di avere base "in terra padana". Ora, che la dichiarazione leghista sia pesantemente discutibile sia sotto il profilo della forma che della sostanza mi pare evidente, però mi piacerebbe sapere perchè gli stessi giornali non sono stati pronti a scattare con lo stesso tempismo e la stessa energia tutte le volte (e sono state tante) che nell'ultimo decennio da grandi banche del Nord e soprattutto da grandi banchieri del Nord ne abbiamo viste fare di tutti i colori. Vogliamo far finta di dimenticare tutti i coinvolgimenti nei vari crack finanziari? Vogliamo far finta di dimenticare gli scandali in cui le banche clamorosamente si sono dichiarate non solo non colpevoli ma addirittura vittime? Vogliamo far finta di dimenticare le tonnellate di bond-bidone rifilati ai risparmiatori? Vogliamo far finta di dimenticare i prestiti lesinati alle piccole e medie imprese contro invece i mostruosi finanziamenti ai grandi gruppi "amici"? Vogliamo far finta di dimenticare le relazioni tra la politica e banchieri? Vogliamo far finta di credere che la lottizzazione anche nelle banche finora non sia mai esistita? Così, giusto per fare qualche esempio. Diciamoci la verità, l'idea dei "poveri e immacolati banchieri del Nord" assediati dai "barbari leghisti" francamente fa ridere. Le banche sono rette dalle fondazioni, che non sono state inventate dai leghisti ma da altri a cui finora hanno sempre fatto molto comodo. Le fondazioni sono collegate de facto al sistema politico locale. Chi ha il potere politico finisce con l'avere potere anche nelle fondazioni. Così funzionail sistema. E' un brutto sistema a mio avviso, ma così è e nessuno ha mai voluto cambiarlo veramente. I giornali che solo oggi si scandalizzano perchè in tanti anni non hanno mai attaccato davvero il sistema delle fondazioni e soprattutto chi reggeva (e regge tuttora) le fondazioni?

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14 aprile 2010

Eurocassa del Mezzogiorno

Dunque, per la Grecia si è optato in sede europea per la strategia della pezza. Al Paese con conti da disastro e soprattutto bellamente taroccati in barba alle norme e ai controlli comunitari è stata destinata una bella vagonata di miliardi di euro e via. Una maxi pezza appunto, nessun colpevole, tutto in cavalleria. Più che la "nuova Europa" francamente tutto questo mi ricorda la vecchia Cassa del Mezzogiorno. Un bel precedente quello greco: ora tutti gli altri Paesi dell'Unione sanno che di fatto se si taroccano i conti non si rischia nulla, ci penserà "mamma Europa" a mandare i soldi. Comunque, già a pochi giorni dall'intervento Ue c'è da notare che sul mercato tornano a salire i rendimenti dei titoli di Stato greci (e soprattutto pure i default swap sul debito greco!). Che succede? Semplice: la vagonata di miliardi di euro non basta a dissipare i timori degli investitori. E, quindi, ora che si fa? Continuiamo a mandare soldi? Perchè così faceva la Cassa del Mezzogiorno...

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Banche di Padania /2

A proposito del post "Banche di Padania" scritto dopo i risultati delle ultime elezioni regionali, leggo ora questa dichiarazione di Bossi: "La gente ci chiede di prendere le banche, lo faremo". Banchieri avvisati ;-)

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08 aprile 2010

Esplosiva "robetta"

E già, da quando il caso dei conti taroccati da Atene (passati bellamente a suo tempo sotto il naso dei commissari europei senza che nessuno si accorgesse di niente, grazie al maquillage Goldman) e del relativo buco è venuto fuori, molti sono subito corsi a cercare di minimizzare la portata della cosa, con l'evidente obiettivo come ho già scritto in un precedente post di coprire il grande bluff dell'euro. Robetta, così la si vorrebbe velocemente archiviare. Una bella pezza (ovvero vagonate di soldi dall'Unione Europea, soldi nostri, ecco perchè i tedeschi giustamente sono sul piede di guerra), un bel colpo di spugna (nessun colpevole come al solito, classico copione da scandalo finanziario) e soprattutto nessun serio dibattito sulle fondamenta precarie di una moneta precaria come l'euro (per carità, è tabù dire cose di questo tipo, l'euro è "sacro" e non si discute). Così la si vorrebbe chiudere questa storia greca. Come "robetta", appunto, su cui non è "opportuno" fare troppe riflessioni. E, invece, questa è una storia bruttissima e gravissima, che andrebbe analizzata e discussa nella pubblica piazza, non trattata come la polvere da nascondere sotto il tappeto. Questa è una storia che apre scorci inquietanti sul (mal)funzionamento degli stessi meccanismi di base della moneta unica (e poi, a proposito, perchè ad esempio già non si parla più del ruolo avuto da quelli di Goldman Sachs?). Detto tutto questo, ora comunque la (penosa) strategia della pezza si sta scontrando con il mercato e con la realtà. Lo spread Germania-Grecia ha segnato nuovi record, così come i default swap sul debito di Atene. Non è robetta quella greca! Questo dice il mercato. Anche ai geniacci dei palazzoni comunitari.

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02 aprile 2010

Svista

Svista nel post precedente: parlando di Sanpaolo ovviamente pensavo a Intesa. Mi è scappato un Unicredit perchè lo avevo in mente pensando ad altro. Una svista insomma. Capita. Chiedo scusa e ringrazio chi nei comments ha subito segnalato la cosa.

Banche di Padania

C'erano una volta le banche regionali. Poi pian piano nel nome della "razionalizzazione" tutto si è concentrato in realtà pigliatutto come Unicredit e Intesa. Basti pensare allo storico Sanpaolo di Torino: oplà, colpo di bacchetta ed è "sparito" dentro l'Unicredit. Razionalizzazione, appunto. Un trend globale, per carità non stiamo qui a dire che bisognava fare le barricate davanti ad una tendenza che ha investito il settore bancario in tutto il pianeta, semmai più modestamente diciamo che magari alla fine da correntista può capitare di trovarti meglio in una cara e vecchia Cassa Rurale piuttosto che in questi impersonali colossi del credito (guardate i nomi ricorrenti degli istituti che hanno "rifilato" bond-bidone ai risparmiatori nei casi di crack degli ultimi anni...). Comunque, ora c'è una novità: la Lega sta conquistando il nord (e inizia pure a prendersi un pezzo di centro...) e in Veneto e Piemonte arrivano i governatori leghisti. Il trionfo del territorio. Diventa evidente a questo punto però che su quegli stessi territori hanno sede i già citati aggregati bancari non-territoriali che le banche del territorio si sono mangiate. Ora, è ovvio che un governatore non può fare il bello e il cattivo tempo in un gruppo bancario che ha sede nella sua regione, tutto naturalmente è semmai "questione romana". Ma la Lega sta nel nord, comandando sempre più però anche a Roma. Insomma, non siamo così ingenui da pensare ad una "rivoluzione verde" nelle banche, ma qualche "pressioncina", diciamo così, forse possiamo già metterla in conto ;-) Chissà cosa ne pensa Profumo...

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