28 giugno 2010

Bull on the beach?

Non so, magari mi sbaglierò, ma sono tra quelli che pensano che l'estate possa rappresentare davvero una occasione di trading. Insomma, i problemi strutturali restano, questo è chiaro, però forse un rally estivo in Borsa ci può stare. Naturalmente, dopo tutto quello che abbiamo visto, la prudenza rimane d'obbligo. Dunque, niente pazzie, ma semmai qualche puntatina sotto l'ombrellone ;-)

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24 giugno 2010

Il made in Italy polacco

Leggo oggi che Marchionne spiazzato dal voto di Pomigliano (il plebiscito su cui si puntava non c'è stato) starebbe pensando di lasciare la produzione della Panda nello stabilimento polacco di Tichy. Facciano quello che vogliono i vertici della Fiat e gli Agnelli. L'azienda è loro, dunque alla fine è giusto che loro decidano dove produrre. In Italia o all'estero. Facciano i loro calcoli di convenienza e si muovano di conseguenza. Solo una cosa però credo che a questo punto sarebbe giusto imporre a lor signori: non se ne può più di vedere campagne pubblicitarie tutte giocate sulle auto Fiat come orgoglio del made in Italy, pubblicità che tra bandiere e scudetti tricolori vari invitano a comprare italiano, per macchine che poi appunto sono in realtà fatte interamente in Polonia. Un pomodoro di Pachino è tale solo se fatto a Pachino. Se è coltivato a Danzica è un pomodoro di Danzica.

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22 giugno 2010

La mossa dello yuan

In un post di un mesetto fa sostenevo che dopo la mazzata all'Europa (crisi greca e conseguente crisi di credibilità dell'euro), ora il rischio di un "siluro finanziario" made in America è per la Cina (gli Usa stanno rimettendo le cose "a posto", soprattutto devono far riaffluire investimenti internazionali sul loro sistema, straindebitato). Consiglio davvero di rileggerlo il post. Ad un certo punto scrivevo: "(...) gli Usa continuano a riuscir a far pagare ad altri Paesi (come quelli europei...) parte dei loro costi, dei loro debiti, delle loro crisi. Ecco, io penso che i prossimi cui sarà data lezione di leadership americana (ovvero una bastonata...) e che pagheranno saranno appunto i cinesi. Rei oltretutto di aver fatto i furbi negli ultimi anni con il tasso di cambio yuan-dollaro e di aver scaricato negli ultimi mesi tonnellate di bond governativi a stelle e strisce". Ora i cinesi dopo anni e anni di pressioni americane, si sono decisi, a sorpresa, a mostrarsi più disponibili proprio sul fronte del rapporto yuan-dollaro. E' stata annunciata una operazione all'insegna di una, almeno parziale, flessibilità. Chiaro il punto (cruciale) della questione se ci si ricollega appunto a quello che scrivevo nel post di un mese fa: i cinesi hanno capito che a rischiare (grosso) adesso sono loro e quindi di conseguenza sono corsi a mostrare qualche apertura nei confronti degli americani per cercare di scongiurare il possibile siluro. La lezione della crisi della Grecia e del sistema euro loro la hanno ben capita. Adesso il punto diventa un altro, proprio parlando di rivalutazione dello yuan: i cinesi fanno sul serio o è tutto un "giochetto" per prendere tempo? Gli Usa premono da troppo tempo sulla questione del rapporto di cambio. Se Pechino per caso pensasse di fare il gioco delle tre carte su questo, beh allora credo che ne vedremmo delle belle.

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16 giugno 2010

Fiat, neverending story

Dopo Termini ora dunque c'è la vicenda Pomigliano. E ci risiamo con la solita solfa. Da una parte la Fiat che cerca di imporre le sue condizioni minacciando di trasferire la produzione all'estero. Dall'altra sindacati che non hanno capito o fanno finta di non capire che il mondo è molto cambiato. Personalmente non ho simpatia nè per una parte nè per l'altra. Entrambe mi hanno ormai davvero stufato. E credo che esistano molti altri italiani che la pensano così. C'è sempre di mezzo la questione della "italianità" e degli interessi della nazione. Le crisi di tutte le altre aziende italiane sono una cosa, se invece si parla di Fiat è tutto un altro discorso. Ne va della sopravvivenza del Paese. Beh, forse davvero il Paese comincia a stufarsi. Io almeno lo spero. La Fiat minaccia di andare all'estero? Forse sarebbe ora di cominciare a dire: andateci! Portate tutto fuori dai confini. Vediamo dove troverete nazioni pronte a dare gli stessi aiuti che vi ha dato l'Italia. E, naturalmente, fuori dall'Italia ci vedrei bene anche la Cgil. E i lavoratori? Così si dirà. Beh, detto che comunque la vicenda Termini insegna che ala fine della fiera la produzione viene comunque stoppata, si potrebbe dare in aiuti sociali diretti gli stessi soldi che finora ad esempio abbiamo dato per le campagne di rottamazione. Se il mercato c'è, c'è sempre pure comunque chi è pronto a prendere gli spazi vuoti. Guardate cosa è successo a Malpensa: Alitalia è andata a Fiumicino? Almeno in parte è arrivata Lufthansa Italia. Dunque, Marchionne vuole portare fuori la produzione di Pomigliano? Ma porti fuori tutto, pure lui, gli Agnelli e tutto quanto. Magari Volkswagen o Toyota potrebbero essere interessate ad entrare in modo pesante. Ho fatto un sogno: l'Italia senza la Fiat e senza la Cgil. Era poi così male? No. Ma poi mi sono svegliato e ho letto la solita solfa stavolta su Pomigliano.

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Trading 3d

Emblematico il caso Nintendo. Il gruppo giapponese ha sfornato una nuova versione della sua console portatile per videogames DS che permette la visione in tre dimensioni anche senza appositi occhialini e subito la Borsa è corsa a premiare il relativo titolo con un bel +5%. Il 3D insomma sta diventando un tema caldo anche sui mercati azionari. Classica "bolla speculativa" potremmo dire. La nuova tecnologia promette vendite mirabolanti e di conseguenza in questa fase pionieristica chi riesce a fare i primi seri passi e dà quindi l'impressione di opzionare le future quote di mercato viene subito premiato. Il 3d cambierà davvero tutto? Vedremo, in realtà non si può dire ancora con certezza (ci sono anche le criticità, esempio: per gli eventi tv ci vogliono riprese ad hoc...). Ma in un caso o nell'altro poco importa. In questa fase è trading spinto e veloce. Interessante appunto sotto il profilo speculativo. Da seguire dunque i players più avanti su questa frontiera.

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10 giugno 2010

Una rondine sui Btp

Dopo tanta bufera finalmente un primo vero segnale in positivo. Parlo dello spread Btp-Bund. C'è stata ora una sensibile riduzione. Il differenziale di rendimento tra Btp italiani a scadenza dieci anni e i Bund tedeschi è tornato sui 144 punti base. Solo due giorni fa era arrivato fino ai 180 punti. Certo, potremmo dire che una rondine non fa primavera, ma questo appunto finalmente è un segnale concreto positivo da registrare. Si aprono spazi per trading, seppur a mio avviso ancora necessariamente con orizzonte corto e stop-loss stretti. Si può guardare in direzione dei settori più recentemente colpiti. Senza rischiare troppo. E ancora appunto più con logica da "puntatina", da mordi-e-fuggi. Cauti e parchi. Così si evita lo stress ;-)

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