24 dicembre 2008

Pausa natalizia

Auguri di buone feste a tutti i lettori di questo blog e ai bloggers amici. Anche Fuorimercato si ferma per un po' di giorni. Tornerò online a gennaio.

23 dicembre 2008

La prevedibile "sorpresa"
e gli aerei in saldo...

Dunque, da ieri è tornato il caos a Fiumicino, con molti voli Alitalia cancellati. Giusto per affrontare al meglio il periodo caldo delle vacanze natalizie! Nei servizi in tv si sono viste le solite scene con passeggeri comprensibilmente infuriati. Ora però voglio dire una cosa (che francamente mi sembra solo di buon senso): dopo tutto quello che si è visto negli ultimi mesi (con l'Alitalia trasformata in una sorta di disastrato terreno di "guerra civile" tra Cai da una parte e sindacati dall'altra), chi compra un biglietto Alitalia non può non sapere che di fatto mette in conto il rischio di disagi per agitazioni dei lavoratori. E' un po' come alla roulette: può andar bene o male, ma chi si siede sa come funziona il gioco... Intanto, su un altro fronte, il commissario straordinario della compagnia, Augusto Fantozzi, cerca compratori per 46 aerei (che la Cai non si è voluta prendere). Guardate il relativo bando a pagina 17 del Sole24Ore di oggi. Se vi interessa potete portarvi a casa un Md-80 o un Atr usati ;-)

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22 dicembre 2008

Dalla casella di posta

Due cose diverse. Lo chiarisco per tutti visto che ultimamente mi sono arrivati alcuni inviti in questo senso: non sono su Facebook e non penso di registrarmi, dunque non posso accettare inviti per "diventare amico" sul social network. La seconda cosa, completamente diversa, è questa immagine, presa evidentemente da un giornale e che pubblico subito qui sotto, che mi ha mandato l'amico Raffaele in trasferta a New York. Effettivamente la miglior metafora del momento storico...

19 dicembre 2008

Ora parli davvero o non si lamenti che tanto non paga

Dunque, almeno in questo round giudiziario, il tribunale di Milano per il crack Parmalat ha condannato solo il cavalier Tanzi assolvendo invece tutti gli altri imputati. Compresi gli uomini di Bank of America! Anzi, proprio Bank of America avrà addirittura un risarcimento dallo stesso Tanzi! Roba da restare senza parole. Fin dall'inizio di questa vicenda ho sempre avuto la convinzione che Calisto Tanzi abbia scelto di non dire tutto e abbia scelto di alzare il dito contro le banche ma senza andare veramente fino in fondo su questa strada (il "buco" era da 14 miliardi; sono davvero tutti andati in fumo progressivamente negli anni? O forse non è andata proprio così...?). D'altronde i legali fin da subito gli avranno probabilmente fatto presente che, al di là del gran clamore a caldo, c'era lo scenario dei tempi lunghi della giustizia, di processi complessi per un caso così abnorme, del progressivo disinteresse dei media, delle prescrizioni e pure della avanzata età così ben funzionale a non fare nel caso neppure un giorno di galera. Ora dopo questa sentenza Tanzi sembra lamentarsi proprio perchè solo lui è stato condannato e non gli uomini delle banche. Parli Tanzi, ma parli davvero, dica fino in fondo cosa sa della "pista bancaria" e delle direzioni prese dai soldi, altrimenti abbia la decenza di star zitto, tanto alla fine in cella non ci andrà. E a pagare il conto resteranno solo, beffati come sempre, i piccoli risparmiatori. Così finirà. Perchè molto probabilmente a nessuno dei "protagonisti" della storia conviene far luce su tutto quello che è successo.

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13 dicembre 2008

Giusta frenata

Personalmente sono contento che il senato americano abbia detto no al piano di super aiuti al settore auto. Perchè come ho già detto in altri post va bene qualche incentivo contro la crisi, ma tornare ad un massiccio dirigismo statalista no! La crisi non può trasformarsi in alibi per cancellare i principi liberali di mercato! In Italia poi il piano auto Usa, se passasse, porterebbe ad altre vagonate di soldi pubblici per Fiat, azienda che in decenni ha già avuto montagne di interventi a favore. Negli ultimi anni si sono magnificati come quelli "bravi", capaci di creare la "grande ripresa". Bene, se sono davvero così bravi, possono cavarsela alla Fiat senza soldi nostri, soldi dello Stato.

12 dicembre 2008

I pecoroni che si indignano "a comando"

Beh, davvero eccezionale questa storia di Renato Soru che, alle prese con il suo personale conflitto d'interesse (codice etico del Pd e statuto della regione Sardegna gli impediscono di ricandidarsi in quanto proprietario di giornale), fa cooptare il fratello Emanuele nel Cda dell'Unità. Ovviamente tutto quel popolo di sinistra che negli ultimi anni è sempre stato pronto a correre in piazza per sbraitare - giusto per fare un esempio a caso ;-) - contro quel Silvio Berlusconi che gira la roba al fratello Paolo per evitare lacci e lacciuoli ora davanti al caso Soru se ne guarda bene dal fiatare. Tutti zitti, muti come pesci. Un mio personale messaggio che viene proprio dal cuore: siete dei buffoni! Inutile giocare a fare i piccoli paladini della moralità politica se poi davanti agli stessi vizietti italiani ci si indigna "a comando": sì se si tratta del nemico, no se si tratta del partito. Così non si difendono i principi, ma si dimostra solo di essere pecoroni.

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11 dicembre 2008

Il capolinea
della magistratura

Da Mani Pulite in avanti nel nostro paese si sono trasformati i pubblici ministeri in superstar e le procure in intoccabili e micidiali roccaforti di potere. Si è trattato di una deriva profondamente contraria ai principi di un vero stato di diritto. E il tema della riforma è diventato tabù, perché frotte di giustizialisti, girotondini e roba simile sono sempre state pronte a riversarsi nelle piazze per urlare al colpo di Stato e alla sudamericanizzazione del sistema. Si è arrivati così fino a questo allucinante caso dei giorni nostri della faida tra la procura di Catanzaro e quella di Salerno. E questa sì che è vicenda da sudamericana repubblica delle banane, non quella riforma che già da anni si sarebbe dovuta fare per "riportare sulla Terra" la magistratura a tendenza robespierriana. Forse ora la stessa casta, pardon categoria dei magistrati si rende conto che così non si può più andare avanti, che bisogna cambiare registro. In ballo c’è la loro credibilità. E l’aria effettivamente sembra cominciare a farsi diversa se pure Violante, uno che per anni ha rappresentato una sorta di icona per il fronte giustizialista, ora a sorpresa parla di strapotere dei giudici! Va bene così, va bene pure la "giravolta" di Violante, l'importante è arrivare prima o poi a "riumanizzare" la magistratura. Personalmente sono per la separazione delle carriere (come c'è praticamente in tutto il mondo), per l'abolizione della obbligatorietà dell’azione penale (che diventa un alibi e evita una vera responsabilizzazione), per norme contro la giustizia-spettacolo (nella civilissima America nemmeno fanno vedere le immagini dai processi, solo vignette, mentre qui tutto il sistema è diventato un reality show), per vere sanzioni contro la fuga di notizie relative a procedimenti penali e soprattutto perché l'idea che chi sbaglia paga valga anche per i magistrati. Non si capisce perché ad esempio se un medico sbaglia un'operazione rischia pene severe, mentre un magistrato sostanzialmente non rischia nulla. Chi può decidere della vita altrui deve essere chiamato a rispondere delle sue azioni. Altrimenti sì che c'è una vera casta!

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10 dicembre 2008

Garantisti solo se serve

C'era una volta la favola della superiorità morale della sinistra. Ora, se non fosse bastata la lezione del caso Consorte-Unipol, questa bella compilation di inchieste giudiziarie a carico di uomini del Partito Democratico in Campania, Toscana, Abruzzo, Calabria, Liguria e Puglia (praticamente un po' ovunque governano a livello locale) toglie ogni possibile residuo dubbio: di favola appunto si trattava, o meglio sarebbe dire di bufala, la realtà dei fatti è decisamente diversa. E naturalmente ora il Pd se la prende con la gogna mediatica (vedi Dominici, sindaco di Firenze, incatenato contro il trattamento della stampa). La solita storia: giustizialisti quando si parla degli altri, ultragarantisti quando tocca a loro. In un vero stato di diritto certi principi valgono per tutti, amici o nemici che siano. E tutti dovrebbero essere pronti a difenderli in ogni caso. Non solo quando fa comodo, ma sempre e comunque. Questo fa la differenza tra gli ipocriti e gli autentici garantisti. Ci pensino mentre si incatenano.

Questa ce la appuntiamo

Nel sempre comodo salotto tv di Fabio Fazio domenica scorsa Renato Soru ha detto che Tiscali, contrariamente a Telecom Italia, non lascerà a casa nessun lavoratore. Questa dichiarazione ce la appuntiamo. Vedremo. Peccato solo che il buon Fazio, uno che sembra allergico a fare domande minimamente scomode, non gli abbia chiesto se è vero che Tiscali sarà prima o poi ceduta e nel caso che fine farà questa sua promessa.

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05 dicembre 2008

Era ora!

Per la prima volta in assoluto c'è chi prova a fare causa alle agenzie di rating per le indicazioni fornite su gruppi quotati poi saltati. E per una volta tutto parte dall'Italia. Parlo dell'iniziativa di quel gruppo di risparmiatori pugliesi che ha citato in giudizio la Standard & Poor's in relazione alla vicenda Lehman, con una richiesta danni da 3,9 milioni di euro. I risparmiatori sono assistiti da alcune associazioni di consumatori che accusano l'agenzia di rating di aver concorso al danno "ingenerando nei piccoli investitori l'affidamento e la convinzione che i prodotti finanziari Lehman fossero titoli sicuri ed affidabili". Era ora che si cominciasse a chiedere conto a chi dà indicazioni su società quotate che vengono prese come riferimento da tanti risparmiatori. Se non hanno colpe sapranno difendersi, in caso contrario è giusto che paghino. E c'è da sperare che questo caso sia solo il primo di una lunga serie. Non solo gli analisti delle agenzie di rating ma tutti quanti, tutti quelli che a diverso titolo danno ad esempio raccomandazioni operative e target price, devono capire che con certe cose non si gioca. Devono assumersi tutte le relative responsabilità. Gli investitori che ritengono di aver avuto danni in relazione ad analisi finanziarie comincino a valutare, rivolgendosi ad un legale ovviamente, se ci sono i margini per intentare azioni legali di tipo risarcitorio.

Prehistoric trading

Video che ho trovato su YouTube e che trovo geniale ;-)

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04 dicembre 2008

Sinistra al caviale /2

Visto che il post di ieri sulla "mutazione genetica" della sinistra (una volta difendevano i proletari italiani, oggi difendono i miliardari stranieri come Murdoch...) ha acceso il dibattito (nei comments), provo a mettere altra carne al fuoco. Ieri Telecom Italia ha annunciato altri quattromila tagli, che vanno ad aggiungersi ai cinquemila già pianificati qualche mese fa. In pratica, nell'arco dei prossimi due anni ben novemila dipendenti del gruppo saranno messi fuori. Novemila! La reazione del Partito Democratico? Nessuna battaglia in questo caso. Troppo impegnati a difendere il "povero" Murdoch e gli abbonati Sky, non hanno evidentemente tempo da perdere con migliaia di lavoratori destinati a perdere il posto.

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03 dicembre 2008

Sinistra al caviale

Nonostante sia nel frattempo venuto fuori che l'adeguamento dell'Iva al 20% sulla pay-tv nasce da una precisa richiesta in questo senso dell'Unione Europea già addirittura accettata dal governo Prodi (solita figuraccia di Veltroni...), il Partito Democratico insiste nella sua disastrosa crociata pro-Sky. Certo che la mutazione genetica della nostrana sinistra la ha portata davvero lontano dalle origini. Una volta difendevano i proletari italiani, oggi difendono i multimiliardari stranieri come Murdoch. Una volta si preoccupavano di chi non riesce a comprare pane e latte, oggi le battaglie le fanno per quelli che devono pagare qualche soldo in più di Iva su un bene voluttuario come la tv satellitare. E' la nuova sinistra che difende i ricchi e i privilegiati. Nei salotti televisivi amano ancora oggi riempirsi la bocca con proclami a favore di "quelli che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese". Peccato solo che quelli che davvero non arrivano alla fine del mese non sono di certo gli stessi che si possono permettere l'abbonamento a Sky. Quelli che davvero non arrivano alla fine del mese sono quelli che in questi giorni stanno facendo la fila per la social card. La sinistra invece difende gli "altri" che non arrivano alla fine del mese: quelli che faticano perché sale l'Iva sulla pay-tv, perché il telefonino I-phone costa un botto, perché non si trova un posto a Cortina per il capodanno, perché per fare il pieno all'Audi ci si svuota il portafoglio, perché le case ai Parioli costano sempre di più, perché se vai a mangiare il branzino al ristorante tutti i sabati ci lasci un capitale. E’ la sinistra al caviale. Non si meraviglino poi se in quelle che erano considerate storicamente città rosse la "base" preferisca ormai votare per la Lega.

02 dicembre 2008

La "coerenza" di Sky e Pd

Dico pure io la mia su questa storia dell'Iva portata dal 10% al 20% per le pay-tv e delle relative proteste di Sky e del Pd. Se si vuole fare un discorso serio, credo occorra partire dal fatto, incontrovertibile, che l'Iva al 10% rappresenta nel nostro sistema un'agevolazione per i generi di primo consumo. Fu deciso a suo tempo di applicarla anche alla pay-tv solo per favorirne l'introduzione in Italia. Ora, se si guarda a Sky, che può contare ormai sulla bellezza di 4,6 milioni di abbonati, direi che la fase di introduzione può dirsi più che superata. L'Iva al 10% diventa a questo punto un privilegio. Ma davvero vogliamo che in questo Paese, soprattutto in una fase di crisi economica, un bene più che voluttuario come la tv a pagamento sia trattato come il pane o il latte? La decisione del governo è più che giusta proprio perchè elimina questa stortura (la pay-tv non è un genere di prima necessità come il pane, la pay-tv è un lusso!) e abbatte un privilegio ormai già antistorico. E nemmeno vale, almeno in questo caso, il discorso del conflitto di interessi, visto che il provvedimento riguarda anche Mediaset Premium, altro fatto incontrovertibile (tanto è vero che proprio per questo ieri il titolo di Mediaset ha preso una mazzata in Borsa). Chiarito tutto questo, la crociata subito indetta dal Pd di Veltroni in soccorso dell'impero di Rupert Murdoch (la sinistra che difende i poveri multimiliardari, curioso no?) appare per quello che è: un puro tentativo di strumentalizzare la vicenda a fini politici. Un tentativo così sfacciato da risultare penoso. Insomma, l'ennesimo errore di Veltroni, uno che sembra far di tutto pur di affossare il Pd (contenti loro, contenti tutti). Basta dire un'ultima cosa per chiudere definitivamente la vicenda. Il Pd dice di fare questa battaglia per evitare aumenti di costi ai milioni di italiani abbonati a Sky. Bene, dov'era allora il Pd quando solo qualche mese fa Sky decideva di rincarare i propri abbonamenti? Come mai in quel caso dei maggiori costi per gli stessi milioni di italiani non fregava niente al Partito Democratico? Stesso discorso vale ovviamente per Sky: oggi protestano perché i loro abbonati dovranno pagare di più, ma quando gli aumenti sono loro a farli allora tutto va bene. Certo che per "coerenza" Pd e Sky si sono proprio trovati! Come si dice, chi si somiglia si piglia...

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01 dicembre 2008

Un nuovo blog da seguire

Un grande benvenuto nella blogosfera a Mawerick con il suo blog Sovrapensiero. Questo il relativo indirizzo internet: http://mawerik.blogspot.com (lo ho già inserito anche nel mio blogroll nel menù verticale qui a fianco). Consiglio a tutti di seguirlo perchè sono certo che pubblicherà commenti interessanti.

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