25 febbraio 2010

Stavolta no

Da blogger e da grande appassionato di tutto quello che può essere definito web 2.0, qui nel piccolo del mio blog mi sono sempre schierato dalla parte della libertà della Rete, contro i tentativi di imbavagliamento. Ma, stavolta, a proposito della sentenza di condanna di Google per il video del ragazzo down maltrattato, non ci sto assolutamente a mettermi nel coro di chi urla contro il presunto attacco alla libera informazione online e di chi sostiene analogie con la censura cinese. No, stavolta no. Per me stavolta è tutto completamente diverso. E' tutta un'altra storia. E la libertà della Rete non c'entra nulla. Il filmato incriminato fu caricato a inizio settembre 2006 nella sezione "video divertenti" (!) di Google. Ne fu chiesta la rimozione, ma questa avvenne solo a inizio novembre. Io penso alla famiglia del malcapitato ragazzo: per ben due mesi ha dovuto vedere il maltrattamento del proprio figlio pubblicamente esibito nella sezione "più divertenti" di Google Video. Già, io penso a questo ragazzo down e penso alla sua famiglia. Penso a quei cretini che lo hanno preso di mira e ne hanno fatto un vanto da esibire su internet. Ma penso pure che chi offre una piattaforma di video online deve anche necessariamente essere in grado di attuare in tempi rapidi i necessari controlli. Certo, mica il video lo hanno girato quelli di Google, ma secondo me non possono chiamarsi fuori. Sarebbe accettabile ad esempio che per due mesi rimanessero online filmati che incitano all'odio razziale o con stupri o con atti di pedofilia? No, la risposta è e deve essere no. E, appunto, la libertà della Rete non c'entra nulla con questa storia. Perchè la libertà di chiunque, anche quella "della Rete" deve necessariamente finire (come giustamente si dice da secoli) dove inizia quella degli altri. E, soprattutto, se va contro la dignità e il rispetto anche di una sola persona, allora non è più libertà, ma anarchia. Sì, io penso al ragazzo down e alla sua famiglia, e penso che qui si confonde la libertà (che esiste se ci sono pure regole di civiltà e controlli) con l'anarchia. E che qui ci si dimentica di altri irrinunciabili valori come la giusta difesa dei più deboli. Google semplicemente garantisca i giusti controlli nei giusti tempi. E non tiri in ballo la censura cinese. Perchè chiedere che nessuno tramite un motore di ricerca possa avere informazioni sul Dalai Lama è cosa ben diversa dal chiedere che nessuno tramite una piattaforma video possa vedere lo "spettacolo" di un ragazzo down umiliato e insultato da un branco di vigliacchi!

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23 febbraio 2010

Qui ci cova il trappolone?

Sarà, ma a me questo mercato in questo momento continua a non piacere per niente. Mi sbaglierò, ma vedo una situazione insidiosa. Con prove di forza che sembrano invitarti al tavolo da gioco come farebbe uno smaliziato croupier. Ripeto, solo una sensazione e nulla più, ma ho paura di trappoloni dietro l'angolo. In fasi così io preferisco stare alla finestra, pure a costo di poi magari mangiarmi le mani...

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16 febbraio 2010

Meno benzina "gialla"
nel motore americano
(i cinesi vendono...)

Attenzione, c'è un dato che credo debba far molto riflettere: la Cina a sorpresa ha pesantemente ridotto il proprio investimenti in titoli di Stato americani. Si parla di un alleggerimento per oltre 34 miliardi di dollari, già avvenuto lo scorso dicembre ma che salta fuori solo ora con la pubblicazione degli ultimi dati del Tesoro Usa. Dopo questa mossa i cinesi non sono più i primi creditori esteri del sistema americano (pesano di più ora i giapponesi). Un fatto appunto che deve far drizzare le antenne...

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15 febbraio 2010

Pasticcio greco

Due o tre tocchi di ingegneria finanziaria e, oplà, il pasticcio greco è pronto per la tavola degli ispettori europei, gli ingredienti meno commestibili sono stati ben triturati dentro e chi li vede più? Sto parlando ovviamente dell'articolo del New York Times secondo il quale le "solite" Goldman Sachs e Jp Morgan con l'uso di derivati avrebbero aiutato a mascherare l'entità del debito pubblico greco anche nei confronti delle autorità di controllo dell'Unione Europea. Questa la morale della storia (se troverà piena conferma ovviamente): la finanza creativa ahimè non si ferma davanti a niente (e soprattutto nessuno, compreso Obama, proverà a fermarla davvero), mentre lo stesso non si può dire invece per l'"euro-mito". Sui parametri di Maastricht ci si è costruita sopra una sorta di vera e propria religione, salvo poi constatare che forse i numeri di cui si discute rischiano di risultare un poco "taroccati". Tragicomico.

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Il ritorno di Degiovanni

Ve lo ricordate Virgilio Degiovanni? Era quello di Millionaire prima e poi pure di Freedomland. Sono certo che ve lo ricordate bene... La news è che Degiovanni adesso rientra in scena, con una nuova iniziativa imprenditoriale (nel settore internet) chiamata Dimmy. "Ha inizio un viaggio verso l'infinito, l'inimmaginabile per moltissimi", così ha già dichiarato...

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11 febbraio 2010

Se lo storno non è finito

Sarà, ma personalmente (e come al solito lo ribadisco: non sono un guru, un super esperto o roba simile) non credo che lo storno sia già tutto alle spalle. Rispetto a quanto il mercato è stato artificialmente gonfiato con il rimbalzone 2009, in fondo lo sgonfiamento che abbiamo finora visto non è poi così impressionante. In fondo non c'è stato nemmeno un po' di autentico "panic selling". E di "rogne" vere in questo periodo ce ne sono, a partire ovviamente dagli agitati rischi Paese. Dunque, detto che non ho la sfera di cristallo e quindi neppure certezze da vendere, penso che almeno potenzialmente ci possa essere sui mercati ulteriore spazio per scendere. Magari per arrivare appunto a quel po' di panic selling... che potrebbe essere il vero segnale per rientrare a buoni prezzi.

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Tassi, il vento gira (piano)

A proposito di tassi questa la mail di un lettore che mi è arrivata in questi giorni: "Mi piacerebbe tanto leggere dei commenti sui tassi d'interesse Bce. Non è il caso di sforbiciarli ulteriormente seguendo l'esempio dell'America? Siamo sicuri che sono veramente appropriati? Non ci credo. Grazie per l'attenzione". Secondo me su questo tema due sono le considerazioni da fare. La prima: la Bce da sempre va "al traino" della Fed (gli americani tracciano la direzione della politica monetaria, la banca centrale del Vecchio Continente dopo un po' cerca di adeguarsi; da questo approccio "passivo" viene il naturale gap...). Seconda considerazione: dopo tanti tagli ora, seppur molto gradualmente e timidamente, si va in realtà verso un cambio di rotta. E' una sensazione molto diffusa sul mercato ormai da tempo. Lo stesso Bernanke proprio in questi giorni ha fatto sapere che la politica monetaria della Fed è destinata a restare ancora "molto accomodante" per favorire la ripresa, però si sta già considerando un futuro "leggero aumento del tasso di sconto".

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09 febbraio 2010

Blog finanziari amici

Trecentomila complimenti all'amico Duca!

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Info di servizio

Il post precedente, subito qui sotto dopo questo messaggio e contenente le avvertenze del blog, l'ho messo solo per motivi "tecnici": mi serviva semplicemente per rilinkare le avvertenze stesse nell'header e nel menù laterale. Comunque, se ci sono lettori di questo blog che non le hanno mai lette, questa può essere l'occasione per leggerle le avvertenze. Una volta almeno s'ha da fare ;-)

Le avvertenze del blog

Questo sito internet chiamato "Fuorimercato" è un blog ovvero per definizione un diario online. Non è redatto a scopo di lucro e non vi è alcun interesse economico collegato. Vi si possono leggere tra le altre cose anche riflessioni e valutazioni sul mondo della Borsa e della finanza. Si tratta di considerazioni che derivano sempre e comunque da conoscenze e percezioni strettamente soggettive, parziali e discrezionali e che dunque sono assolutamente e costantemente soggette a possibili errori di interpretazione e valutazione. Pertanto non possono essere considerate e non intendono peraltro in alcun modo rappresentare sollecitazione del pubblico risparmio o consulenza all'investimento. Sono da ritenersi sempre e comunque materiale inadatto ad essere utilizzato per reali strategie di investimento. Di conseguenza si sconsiglia chiunque nel modo più categorico di agire in questo senso. Si precisa che questo sito internet non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto essere considerato un prodotto editoriale ai sensi della legge numero 62 del 7.03.2001. Le immagini pubblicate su questo sito sono normalmente reperite su internet tramite ricerca libera con il motore Google. Dunque, proprio perchè trovate liberamente su web, sono giudicate di pubblico dominio. In ogni caso se qualcuno, potendo vantare diritti su immagini qui pubblicate, avesse qualcosa in contrario, può scrivere al nostro indirizzo di posta elettronica (fuorimercato@supereva.it) per chiedere la rimozione delle stesse, rimozione che nel caso verrà immediatamente effettuata.

08 febbraio 2010

L'arroganza non paga

Dunque, la Spagna è in piena emergenza crisi e la sua pesantissima situazione economica preoccupa l'intera Europa (la scorsa settimana, come abbiamo visto, tutti i listini azionari continentali sono andati giù proprio a causa dell'effetto iberico). Solo un anno e mezzo fa Zapatero diceva che la Spagna è più forte della crisi e si vantava di aver superato l'Italia. Diciassette mesi dopo il suo Paese è a pezzi, con dati economici da paura (basta vedere quello relativo alla disoccupazione) e un quadro che mette ansia a tutta la Ue (ora persino la Grecia sembra messa meglio). Forse se Zapatero, invece di dedicarsi a fare proclami e auto-promozione di tono francamente arrogantello, si fosse occupato esclusivamente di lavorare per mettere in campo serie misure anti-crisi, oggi forse la Spagna non sarebbe messa così male. Personalmente queste "gare mediatiche" tra nazioni relativamente alle classifiche macro-economiche - della serie: il mio Pil è più grosso del tuo ;-) - le trove un po' penose, però se uno si vanta di sorpassarmi spernacchiandomi, beh ripassarlo mentre lui sta fermo a bordo strada col motore in panne mi dà una certa goduria, lo confesso. Bye, bye Zapatero, chiama il carro attrezzi che è meglio...

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05 febbraio 2010

Tutto fisiologico...

Parlando di Borse, giusto l'altro giorno parlavo dei miei timori pensando ai dati societari in arrivo. Ora è esplosa pure la questione che covava da un po' (si era partiti con la Grecia...) del rischio Paese per alcune nazioni dell'area Sud dell'Unione Europea: la Spagna come abbiamo visto ieri ha fatto saltare di nuovo tutto. A questo punto è evidente a tutti che c'è parecchia benzina nel motore dello storno. Come peraltro già dicevo a chiusura dell'ultimo post, per il ritorno del Toro bisognerà aspettare. In fasi così bisogna saper aspettare, non essere troppo smaniosi. Al massimo, come dicevo, super selezionato stock picking, ma non di più. Ci sarà tempo per rientrare in modo regolare (più avanti!). Detto che personalmente non credo assolutamente che Paesi come Spagna e Portogallo possano fallire (dunque tecnicamente si aprono spazi per speculative operazioni di trading "contrarian" a partire dal mercato del reddito fisso...), quando si parla di rischio Paese non si può troppo scherzare (non è roba "pretestuosa" come la vicenda di Dubai degli scorsi mesi...). Il "sistema" non salterà neppure stavolta (occhio ora ai soliti improvvisati catastrofisti...), ma tutto comunque contribuisce a sgonfiare un mercato che come su questo blog si è già detto viene da un rimbalzone, quello dello scorso anno, non "naturale", ma al contrario "artificiale", creato grazie agli interventi straordinari governativi (che come già detto mica possono durare in eterno!). Dunque, tirando le somme, tutto fisiologico! I mercati si devono sgonfiare, limando l'impressionante gap che con il rimbalzone si è venuto a creare tra listini e dati reali. Niente panico, cari traders, si stanno semplicemente creando le condizioni per poter rientrare più avanti a prezzi interessanti!

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03 febbraio 2010

Al varco delle trimestrali

Torno a parlare di Borsa per ricordare che tra febbraio e marzo arrivano i bilanci trimestrali per le società quotate. Insomma, stagione di numeri e di verifiche. Viste le vacche magre con cui tante aziende devono ancora fare i conti sui rispettivi mercati (quelli reali, intendo, non quelli finanziari), il timore a questo punto è che per molti lo storno borsistico possa non finire qui. Vista la delicatezza del momento sul listino azionario, il mercato (finanziario) sarà super selettivo nel valutare le trimestrali. Di conseguenza, entriamo in una classica fase da stock picking. Se proprio si vuole, meglio puntare moderatamente su poche cose molto selezionate, regolandosi sul proprio "sentiment" per i risultati di business delle società a cui si guarda (in queste fasi soprattutto vale la regola di investire in ciò che si conosce o almeno si pensa di conoscere). Per un "regolare" ritorno in scena del Toro secondo me dobbiamo ancora aspettare...

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Post precedenti:

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