
Ecco cosa mi ha scritto l'amico Andrea F.: "Ciao Steve, visto che è un po' che sul blog non parli di finanza in senso stretto, eccoti uno spunto. I poveri risparmiatori restano col solito problema di non saper dove mettere i soldi faticosamente guadagnati e tassati. Ignari si avviano verso il mercato con il solo intento di preservare i loro risparmi. Entrano in banca, si rivolgono al loro consulente di fiducia, valutano la sicurezza dell'investimento, scelgono un emittente con rating tripla AAA e, bang, sono nel sacco! Le agenzie assegnano i rating, dietro lauto compenso (e di conflitto di interessi non ne voglio sentir parlare!) sulla base di bilanci o delle valutazioni fatte dalle centrali rischi, che più o meno è come scegliere un taxi il cui tassista riapre gli occhi solo a destinazione! Una azienda che abbia pericolose concentrazioni del debito in un solo esercizio sicuramente ha bisogno di riemettere debito per coprire la posizione, ma questo sicuramente lo farà dopo il bilancio e dopo il giudizio di merito. Dopo! Il giudizio di merito diventa uno strumento commerciale per il debito. Il debito (come la Volpe) si presenta al mercato con la garanzia di essere solido e certificato (dal Gatto) per cui formalmente adatto all'investitore, che (come Pinocchio attratto dal Gatto e la Volpe) lì sotterrerà le sue monete. Le metterà sotto la coperta dell' emittente. Allora, cosa può fare il povero investitore? Per esempio può chiedere la rappresentazione del debito dell'emittente alla banca (che guarda caso non lo mostra mai di sua iniziativa). I titoli legati ad un debito sono fortemente correlati con le curve rischio-rendimento settoriali legate ai rating, per cui un rendimento disomogeneo automaticamente implica una criticità tutta da verificare. Meditate, gente, meditate". Questo appunto scrive Andrea. Certo, non tutti sono in grado di fare quello che lui consiglia. Ma per chi lo è, è un ottimo consiglio.
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Etichette: banche, investimenti, rating
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