29 ottobre 2009
Tutti allenatori,
Già, proprio così, sono tutti di colpo grandi esperti di crisi e di macroeconomia. Pure i sindacalisti. Questo ad esempio lo "scenario" odierno di Epifani della Cgil: senza interventi da parte del governo per uscire veramente dalla crisi ci vorranno 7-8 anni. Perfetto, mi piacerebbe solo capire, da modesto ex studente di economia, come viene fuori quel dato dei 7-8 anni, qual è la stima sottostante, i parametri considerati e roba del genere. Giusto per togliermi l'insano dubbio che sia semplicemente un numero "buttato lì" tanto per dire qualcosa. Detto che il futuro resta una incognita (come dimostrano bene tutti gli attuali "esperti" di crisi: nessuno di loro infatti la ha saputa prevedere questa su cui oggi pontificano!), dobbiamo decidere se l'economia la continuiamo almeno vagamente a considerare una disciplina con il suo bagaglio di basi teoriche oppure la trasformiamo definitivamente in qualcosa che assomiglia al "bar dello sport", dove chiunque entra tra un bicchiere di vino e un panino al salame può dire la sua. Ecco, tutti possono diventare grandi economisti. Così come al bar dello sport tutti sono grandi allenatori della nazionale di calcio...
23 ottobre 2009
A proposito di Smau
A chi ha in programma di andare allo Smau (l'evento è proprio in questi giorni) per tastare la situazione dell'industria dell'informatica e delle telecomunicazioni in questa fase di generale congiuntura economica negativa, consiglio di fare un salto dai miei amici di Zero11 (www.zero11.it), piccola ma interessante società torinese. Già, perchè proprio allo Smau, se i big sembrano un po' a corto di idee (molti stand "fumosi" lo dimostrano), diversi spunti innovativi sembrano venire piuttosto dai piccoli, che sovente trovo molto più concretamente 2.0 di tanti brand altisonanti. In questo senso va proprio la software house Zero11, che presenta una serie di nuovi servizi totalmente web-based per diversi ambiti della gestione di aziende e attività professionali. Se vi va, andate a curiosare. Questo il riferimento: padiglione 4, stand C73.
22 ottobre 2009
Scenario

Provo qui a esplicitare ulteriormente e a schematizzare quello che ho abbozzato nel precedente post:
1. Il rimbalzo delle Borse non è “naturale”, ma piuttosto “artificiale” (e infatti se ci si va a guardare “dentro” si vede che i volumi sono arrivati soprattutto dal comparto professionale, non dal retail, che a questo punto rischia, come sempre storicamente, di entrare sulla coda del movimento)
2. Sull’onda della grande crisi che l’anno scorso ha travolto i mercati si è parlato di riforme del mondo finanziario e bancario, di pulizia, ma in realtà alla fine a quello stesso mondo (che la crisi ha causato con i suoi eccessi) i governi, a partire da quello di Obama (che ha fatto scuola in questo senso) hanno prontamente regalato vagonate di soldi, senza contropartite. Garanzie di continuità nell’erogazione del credito alle aziende pari a zero e soprattutto riforme e pulizia zero. Come al solito tante parole, nessun fatto.
3. Ora in tutto il mondo siamo ancora in uno scenario di tassi azzerati, per ridare impulso al sistema. Ma è chiaro che non si potrà andare avanti così ancora a lungo. E l’inversione della politica monetaria non sarà una passeggiata. Ci saranno costi, pesanti. Che ancora una volta taluni cercheranno di scaricare su altri.
4. Gli americani in tutto questo devono continuare a manovrare al meglio un fronte per loro sempre più delicato: quello del dollaro e del debito americano (che vuol dire il loro mercato del reddito fisso). Non possono permettersi shock su questo versante.
5. Una cosa che si è capita proprio con la crisi finanziaria è che per come storicamente è arrivato ad essere “tirato” il mercato (vedi “industria” dei derivati), ormai, come si dice, la coperta non copre più tutti (come hanno dimostrato crack tipo quello Lehman).
6. Tutto quanto finora scritto per dire che le prove dure non sono sicuramente finite. Il “conto” per tutto quello che abbiamo visto non è stato ancora tutto pagato. C’è chi doveva pagare una quota pesante e alla fine è stato ancora una volta condonato (le banche) e ci sono tanti altri che non sanno che ancora bisognerà pagare.
7. E non dimentichiamoci mai che tutte le “istituzioni” che ormai a turno quotidianamente annunciano che la crisi è finita sono le stesse che la medesima crisi mica l’hanno saputa prevedere (dunque che credibilità hanno?). Ma c’è di più: le stesse istituzioni vivono spesso in evidente conflitto di interesse. Se si parla ad esempio di far pulizia nel settore delle banche, pensate che chi le rappresenta sia davvero favorevole?
1. Il rimbalzo delle Borse non è “naturale”, ma piuttosto “artificiale” (e infatti se ci si va a guardare “dentro” si vede che i volumi sono arrivati soprattutto dal comparto professionale, non dal retail, che a questo punto rischia, come sempre storicamente, di entrare sulla coda del movimento)
2. Sull’onda della grande crisi che l’anno scorso ha travolto i mercati si è parlato di riforme del mondo finanziario e bancario, di pulizia, ma in realtà alla fine a quello stesso mondo (che la crisi ha causato con i suoi eccessi) i governi, a partire da quello di Obama (che ha fatto scuola in questo senso) hanno prontamente regalato vagonate di soldi, senza contropartite. Garanzie di continuità nell’erogazione del credito alle aziende pari a zero e soprattutto riforme e pulizia zero. Come al solito tante parole, nessun fatto.
3. Ora in tutto il mondo siamo ancora in uno scenario di tassi azzerati, per ridare impulso al sistema. Ma è chiaro che non si potrà andare avanti così ancora a lungo. E l’inversione della politica monetaria non sarà una passeggiata. Ci saranno costi, pesanti. Che ancora una volta taluni cercheranno di scaricare su altri.
4. Gli americani in tutto questo devono continuare a manovrare al meglio un fronte per loro sempre più delicato: quello del dollaro e del debito americano (che vuol dire il loro mercato del reddito fisso). Non possono permettersi shock su questo versante.
5. Una cosa che si è capita proprio con la crisi finanziaria è che per come storicamente è arrivato ad essere “tirato” il mercato (vedi “industria” dei derivati), ormai, come si dice, la coperta non copre più tutti (come hanno dimostrato crack tipo quello Lehman).
6. Tutto quanto finora scritto per dire che le prove dure non sono sicuramente finite. Il “conto” per tutto quello che abbiamo visto non è stato ancora tutto pagato. C’è chi doveva pagare una quota pesante e alla fine è stato ancora una volta condonato (le banche) e ci sono tanti altri che non sanno che ancora bisognerà pagare.
7. E non dimentichiamoci mai che tutte le “istituzioni” che ormai a turno quotidianamente annunciano che la crisi è finita sono le stesse che la medesima crisi mica l’hanno saputa prevedere (dunque che credibilità hanno?). Ma c’è di più: le stesse istituzioni vivono spesso in evidente conflitto di interesse. Se si parla ad esempio di far pulizia nel settore delle banche, pensate che chi le rappresenta sia davvero favorevole?
19 ottobre 2009
Il mercato "artificiale"

15 ottobre 2009
Se l'influenza fa bene...
Viviamo ormai da anni in un mondo che periodicamente vede a sorpresa comparire il rischio di una pandemia, di una nuova e grave patologia pronta a minacciare le masse. C'è stata la mucca pazza, poi l'aviaria e ora questa nuova influenza a1h1. E almeno finora la grande paura non si è mai poi tradotta di fatto in una vera pandemia. Ognuno può fare le proprie riflessioni. Io semplicemente riporto un fatto di questi giorni: il gruppo farmaceutico svizzero Roche ha presentato conti che vedono un aumento del 9% del suo fatturato complessivo nei primi nove mesi di quest'anno (che arriva così attorno a quota 24 miliardi di euro), aumento legato soprattutto alle vendite del Tamiflu, ovvero il farmaco antivirale che agisce contro l'influenza suina. Proprio per il Tamiflu si parla di un +362%...
09 ottobre 2009
Il Nobel per il bla-bla

Ha annunciato il ritiro dall'Iraq, ma i soldati americani sono sempre lì. Ha annunciato la chiusura di Guantanamo, ma il carcere speciale per i terroristi islamici è ancora in funzione. Ha annunciato che avrebbe pacificato l'Afghanistan, ma a Kabul è peggio di prima. Ha annunciato che avrebbe lavorato per la pace in Medio Oriente, ma di concreto non si è visto niente. Ora gli hanno dato pure il Nobel per la pace. Ma quali risultati concreti ha già ottenuto Obama in tema di pace nel mondo per meritarsi questo Nobel? Quali i fatti al di là dei soliti bei discorsi, delle solite chiacchiere? Risposta semplice: nessuno! La verità è che questo non è il Nobel per la pace, ma piuttosto il Nobel per il bla-bla. In questo Obama merita sicuramente un premio. Questo Nobel è di fatto l'apoteosi del retorico e acritico conformismo planetario pro-Obama: il buon Barack è un santo a priori e a prescindere, anche se degli annunciati miracoli finora non si è visto alcun riscontro. Fanno fede le sue prediche, vere e proprie cambiali per la santità e il mito. D'altronde Obama è anche quello della crociata ambientale, quello che si batte per salvare il pianeta, con i suoi fedeli a cui è già bastato vedere la first lady Michelle piantare peperoni nel giardino della Casa Bianca per proclamare che pure la battaglia ecologista è ormai prossima alla vittoria. Che dire? Trionfo del marketing politico...
08 ottobre 2009
C'è futuro e futuro...

Etichette: Fiat, Italia Futura, Montezemolo
05 ottobre 2009
Poveri ricchi
Cosa pensereste se un vostro amico il giorno prima si comprasse un bel Grand Cherokee nuovo e quello dopo venisse a chiedervi soldi dicendo che fa fatica ad arrivare a fine mese? La Fiat si è presa la Chrysler e ha provato a fare lo stesso con Opel. E' stata in questi mesi di fatto l'unica casa automobilistica impegnata in acquisizioni importanti. Ora Marchionne è tornato a chiedere un nuovo aiuto da parte dello Stato, il rinnovo degli incentivi all'acquisto...
Etichette: Fiat
Si riparte...
Sto "riaccendendo" Fuorimercato dopo un mesetto di non preventivato fermo. Ho avuto parecchie cose da fare e conseguente poco tempo per il web, poi ci si è messo pure qualche problema di salute (niente di grave). Capita. Mi scuso dunque con gli abituali lettori di questo blog e ringrazio chi mi ha scritto mail per sapere se andava tutto bene.
Etichette: blog
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