Scenario

Provo qui a esplicitare ulteriormente e a schematizzare quello che ho abbozzato nel precedente post:
1. Il rimbalzo delle Borse non è “naturale”, ma piuttosto “artificiale” (e infatti se ci si va a guardare “dentro” si vede che i volumi sono arrivati soprattutto dal comparto professionale, non dal retail, che a questo punto rischia, come sempre storicamente, di entrare sulla coda del movimento)
2. Sull’onda della grande crisi che l’anno scorso ha travolto i mercati si è parlato di riforme del mondo finanziario e bancario, di pulizia, ma in realtà alla fine a quello stesso mondo (che la crisi ha causato con i suoi eccessi) i governi, a partire da quello di Obama (che ha fatto scuola in questo senso) hanno prontamente regalato vagonate di soldi, senza contropartite. Garanzie di continuità nell’erogazione del credito alle aziende pari a zero e soprattutto riforme e pulizia zero. Come al solito tante parole, nessun fatto.
3. Ora in tutto il mondo siamo ancora in uno scenario di tassi azzerati, per ridare impulso al sistema. Ma è chiaro che non si potrà andare avanti così ancora a lungo. E l’inversione della politica monetaria non sarà una passeggiata. Ci saranno costi, pesanti. Che ancora una volta taluni cercheranno di scaricare su altri.
4. Gli americani in tutto questo devono continuare a manovrare al meglio un fronte per loro sempre più delicato: quello del dollaro e del debito americano (che vuol dire il loro mercato del reddito fisso). Non possono permettersi shock su questo versante.
5. Una cosa che si è capita proprio con la crisi finanziaria è che per come storicamente è arrivato ad essere “tirato” il mercato (vedi “industria” dei derivati), ormai, come si dice, la coperta non copre più tutti (come hanno dimostrato crack tipo quello Lehman).
6. Tutto quanto finora scritto per dire che le prove dure non sono sicuramente finite. Il “conto” per tutto quello che abbiamo visto non è stato ancora tutto pagato. C’è chi doveva pagare una quota pesante e alla fine è stato ancora una volta condonato (le banche) e ci sono tanti altri che non sanno che ancora bisognerà pagare.
7. E non dimentichiamoci mai che tutte le “istituzioni” che ormai a turno quotidianamente annunciano che la crisi è finita sono le stesse che la medesima crisi mica l’hanno saputa prevedere (dunque che credibilità hanno?). Ma c’è di più: le stesse istituzioni vivono spesso in evidente conflitto di interesse. Se si parla ad esempio di far pulizia nel settore delle banche, pensate che chi le rappresenta sia davvero favorevole?
1. Il rimbalzo delle Borse non è “naturale”, ma piuttosto “artificiale” (e infatti se ci si va a guardare “dentro” si vede che i volumi sono arrivati soprattutto dal comparto professionale, non dal retail, che a questo punto rischia, come sempre storicamente, di entrare sulla coda del movimento)
2. Sull’onda della grande crisi che l’anno scorso ha travolto i mercati si è parlato di riforme del mondo finanziario e bancario, di pulizia, ma in realtà alla fine a quello stesso mondo (che la crisi ha causato con i suoi eccessi) i governi, a partire da quello di Obama (che ha fatto scuola in questo senso) hanno prontamente regalato vagonate di soldi, senza contropartite. Garanzie di continuità nell’erogazione del credito alle aziende pari a zero e soprattutto riforme e pulizia zero. Come al solito tante parole, nessun fatto.
3. Ora in tutto il mondo siamo ancora in uno scenario di tassi azzerati, per ridare impulso al sistema. Ma è chiaro che non si potrà andare avanti così ancora a lungo. E l’inversione della politica monetaria non sarà una passeggiata. Ci saranno costi, pesanti. Che ancora una volta taluni cercheranno di scaricare su altri.
4. Gli americani in tutto questo devono continuare a manovrare al meglio un fronte per loro sempre più delicato: quello del dollaro e del debito americano (che vuol dire il loro mercato del reddito fisso). Non possono permettersi shock su questo versante.
5. Una cosa che si è capita proprio con la crisi finanziaria è che per come storicamente è arrivato ad essere “tirato” il mercato (vedi “industria” dei derivati), ormai, come si dice, la coperta non copre più tutti (come hanno dimostrato crack tipo quello Lehman).
6. Tutto quanto finora scritto per dire che le prove dure non sono sicuramente finite. Il “conto” per tutto quello che abbiamo visto non è stato ancora tutto pagato. C’è chi doveva pagare una quota pesante e alla fine è stato ancora una volta condonato (le banche) e ci sono tanti altri che non sanno che ancora bisognerà pagare.
7. E non dimentichiamoci mai che tutte le “istituzioni” che ormai a turno quotidianamente annunciano che la crisi è finita sono le stesse che la medesima crisi mica l’hanno saputa prevedere (dunque che credibilità hanno?). Ma c’è di più: le stesse istituzioni vivono spesso in evidente conflitto di interesse. Se si parla ad esempio di far pulizia nel settore delle banche, pensate che chi le rappresenta sia davvero favorevole?
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