
In un post del gennaio scorso scrivevo:
"(...) Obama non mi è mai piaciuto perché fin dal primo minuto mi è sembrato tutta forma e niente sostanza. Una bella immagine costruita a tavolino e dietro poco o nulla di concreto. Un'abile operazione di marketing politico e stop. Insomma, come si dice, tanto fumo e poco arrosto. (...) Tutto quel coraggio da leone ostentato in campagna elettorale a suon di "change!" ha lasciato il posto a una super diplomatica prudenza che fa tornare alla mente i nostri vecchi politici democristiani. (...)". Oggi Barack Obama si prepara a riconfermare ufficialmente Ben Bernanke alla guida della Fed. Bernanke fu piazzato al timone della Federal Reserve da Bush nel 2005 e ora ha il mandato in scadenza. Tecnicamente quindi potrebbe essere insomma mandato a casa senza problemi e invece il buon Barack ha deciso di lasciarlo sulla sua potente poltrona, come già fatto peraltro in questi mesi con altri uomini di quel "sistema Bush" che in campagna elettorale Obama aveva promesso di rivoluzionare a suon di "change". Già, il "change", che fine ha fatto quel "change" ripetuto all'infinito ed eletto a bandiera di un nuovo corso? Semplicemente andava bene per convincere milioni di "sempliciotti" a votare l'Uomo della Provvidenza contro i notabili della vecchia politica, ora che Barack sta alla Casa Bianca, del change non c'è più bisogno e anche i notabili del "sistema Bush" tutto sommato non sono poi così male e incassano riconferme. Obama il democristiano,
come dicevo appunto nel post del gennaio scorso.
Etichette: Bernanke, change, Fed, Obama
1 Commenti:
a dimostrazione che la democrazia è una grande burla.
conta il personaggio, la comunicazione tutte cose costruibili dallo staff che a turno vende una volta uno shampoo, una volta in cantante/cd, una volta un film, una volta un politico
in pratica le elezioni le vince chi ha più soldi da investire nella campagna elettorale, è così dagli stati uniti d'america al terzo mondo.
e chi ha più soldi è perchè è più in affari con i poteri economici che dunque sarà sua premura, e suo dovere, tutelare una volta eletto.
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