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E già, da quando il caso dei conti taroccati da Atene (passati bellamente a suo tempo sotto il naso dei commissari europei senza che nessuno si accorgesse di niente, grazie al maquillage Goldman) e del relativo buco è venuto fuori, molti sono subito corsi a cercare di minimizzare la portata della cosa, con l'evidente obiettivo come ho già scritto in un precedente post di
coprire il grande bluff dell'euro. Robetta, così la si vorrebbe velocemente archiviare. Una bella pezza (ovvero vagonate di soldi dall'Unione Europea, soldi nostri, ecco perchè i tedeschi giustamente sono sul piede di guerra), un bel colpo di spugna (nessun colpevole come al solito, classico copione da scandalo finanziario) e soprattutto nessun serio dibattito sulle fondamenta precarie di una moneta precaria come l'euro (per carità, è tabù dire cose di questo tipo, l'euro è "sacro" e non si discute). Così la si vorrebbe chiudere questa storia greca. Come "robetta", appunto, su cui non è "opportuno" fare troppe riflessioni. E, invece, questa è una storia bruttissima e gravissima, che andrebbe analizzata e discussa nella pubblica piazza, non trattata come la polvere da nascondere sotto il tappeto. Questa è una storia che apre scorci inquietanti sul (mal)funzionamento degli stessi meccanismi di base della moneta unica (e poi, a proposito, perchè ad esempio già non si parla più del ruolo avuto da quelli di Goldman Sachs?). Detto tutto questo, ora comunque la (penosa) strategia della pezza si sta scontrando con il mercato e con la realtà. Lo spread Germania-Grecia ha segnato nuovi record, così come i default swap sul debito di Atene. Non è robetta quella greca! Questo dice il mercato. Anche ai geniacci dei palazzoni comunitari.
Etichette: euro, Grecia
3 Commenti:
Si tratta solo di pura e semplice speculazione
D'altra parte un sistema che basa le normative sulle indicazioni della BIS che devono poi essere recepite dalle singole banche nazionali si scosta un filino dalla realtà americana......
... ed adesso aspettiamoci il portogallo.......
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