16 marzo 2009

Ritorno al futuro

In questi mesi mi sono più volte scagliato contro questo neo-statalismo di ritorno proposto ovunque, dagli Usa all'Europa, come unica ed esclusiva ricetta anti-crisi. Come ho già avuto modo di scrivere, temo che nel lungo periodo la cura possa far peggio della malattia e penso che in nome dell'emergenza crisi non si può comunque seppellire il liberalismo. Personalmente mi fa quindi molto piacere leggere che lo schema del neo-dirigismo statalista in economia comincia già a vacillare proprio nell'America del New Deal riesumato ad hoc da Barack Obama e proprio nel settore bancario, epicentro di tutto. Mi riferisco alle ultime dichiarazioni di Richard Kovacevich, presidente della banca Wells Fargo. Che definisce "da asini" il piano Obama per le banche americane. Kovacevich in sostanza dice che l'amministrazione Usa ha in qualche modo esagerato la portata della crisi spingendo ad accettare i fondi stanziati anche banche che in realtà in prima battuta non li avrebbero voluti. Già, perchè il punto è che in cambio dei finanziamenti vengono imposte dalla politica precise regole e restrizioni. Che evidentemente cominciano ad andare strette. Soprattutto se poi, facendo i conti, si vede che in fondo l'intervento dall'alto non era strettamente necessario. Dice ancora il numero uno di Wells Fargo: "Se non fossimo stati costretti a prendere il denaro del Tarp - il Troubled Asset Relief Program è proprio il programma di sostegno alle banche - avremmo potuto raccogliere capitali privati". Per carità, ovvio che ora i banchieri, in una situazione già diversa, provano a sfilarsi. Fanno il loro gioco, insomma. Ma il punto è un altro: passare dal mercato, seppur con tutti i suoi limiti e le sue storture, ad un regime di partecipazioni statali tout court non funziona. Il New Deal era new 80 anni fa, non oggi. Oggi è roba vecchia, anzi vecchissima. Stantia e decotta. E di vecchio puzza. La crisi non si risolve semplicemente con vagonate di soldi pubblici dati a pioggia ai settori più forti, creando deficit. In questi ultimi mesi si è pericolosamente creata una sorta di omogeneizzazione culturale: un po' ovunque appunto questa storia dei maxi aiuti di Stato e basta. Ricetta globale, con tutti a dire che se lo fa pure Obama sarà la cosa migliore. Ecco, ora fortunatamente proprio nell'America di Obama ci sono i primi cedimenti. Abbiamo parlato del gruppo Wells Fargo, ma attenzione perchè si dice che pure Bank of America e Goldman Sachs vogliano uscire dal programma Tarp. Mettiamola così: con questi piani statalisti abbiamo fatto un pauroso salto nel passato, ora, se persino le stesse banche cominciano a chiamarsi fuori, bisogna al più presto ritornare al futuro. Il New Deal lasciamolo alla storia del secolo scorso.

Etichette: , , ,

0 Commenti:

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page

Post precedenti:

per leggere tutti i post precedenti consulta subito qui di seguito l'archivio del blog organizzato su base mensile

| dicembre 2004 | gennaio 2005 | febbraio 2005 | marzo 2005 | aprile 2005 | maggio 2005 | giugno 2005 | luglio 2005 | agosto 2005 | settembre 2005 | ottobre 2005 | novembre 2005 | dicembre 2005 | gennaio 2006 | febbraio 2006 | marzo 2006 | aprile 2006 | maggio 2006 | giugno 2006 | luglio 2006 | agosto 2006 | settembre 2006 | ottobre 2006 | novembre 2006 | dicembre 2006 | gennaio 2007 | febbraio 2007 | marzo 2007 | aprile 2007 | maggio 2007 | giugno 2007 | luglio 2007 | agosto 2007 | settembre 2007 | ottobre 2007 | novembre 2007 | dicembre 2007 | gennaio 2008 | febbraio 2008 | marzo 2008 | aprile 2008 | maggio 2008 | giugno 2008 | luglio 2008 | settembre 2008 | ottobre 2008 | novembre 2008 | dicembre 2008 | gennaio 2009 | febbraio 2009 | marzo 2009 | aprile 2009 | maggio 2009 | giugno 2009 | luglio 2009 | agosto 2009 | settembre 2009 | ottobre 2009 | novembre 2009 | dicembre 2009 | gennaio 2010 | febbraio 2010 | marzo 2010 | aprile 2010 | maggio 2010 | giugno 2010 | luglio 2010 | agosto 2010 | settembre 2010 | ottobre 2010
__________________________________________________________________________________

fuorimercato2011@gmail.com