Ritorno al futuro
In questi mesi mi sono più volte scagliato contro questo neo-statalismo di ritorno proposto ovunque, dagli Usa all'Europa, come unica ed esclusiva ricetta anti-crisi. Come ho già avuto modo di scrivere, temo che nel lungo periodo la cura possa far peggio della malattia e penso che in nome dell'emergenza crisi non si può comunque seppellire il liberalismo. Personalmente mi fa quindi molto piacere leggere che lo schema del neo-dirigismo statalista in economia comincia già a vacillare proprio nell'America del New Deal riesumato ad hoc da Barack Obama e proprio nel settore bancario, epicentro di tutto. Mi riferisco alle ultime dichiarazioni di Richard Kovacevich, presidente della banca Wells Fargo. Che definisce "da asini" il piano Obama per le banche americane. Kovacevich in sostanza dice che l'amministrazione Usa ha in qualche modo esagerato la portata della crisi spingendo ad accettare i fondi stanziati anche banche che in realtà in prima battuta non li avrebbero voluti. Già, perchè il punto è che in cambio dei finanziamenti vengono imposte dalla politica precise regole e restrizioni. Che evidentemente cominciano ad andare strette. Soprattutto se poi, facendo i conti, si vede che in fondo l'intervento dall'alto non era strettamente necessario. Dice ancora il numero uno di Wells Fargo: "Se non fossimo stati costretti a prendere il denaro del Tarp - il Troubled Asset Relief Program è proprio il programma di sostegno alle banche - avremmo potuto raccogliere capitali privati". Per carità, ovvio che ora i banchieri, in una situazione già diversa, provano a sfilarsi. Fanno il loro gioco, insomma. Ma il punto è un altro: passare dal mercato, seppur con tutti i suoi limiti e le sue storture, ad un regime di partecipazioni statali tout court non funziona. Il New Deal era new 80 anni fa, non oggi. Oggi è roba vecchia, anzi vecchissima. Stantia e decotta. E di vecchio puzza. La crisi non si risolve semplicemente con vagonate di soldi pubblici dati a pioggia ai settori più forti, creando deficit. In questi ultimi mesi si è pericolosamente creata una sorta di omogeneizzazione culturale: un po' ovunque appunto questa storia dei maxi aiuti di Stato e basta. Ricetta globale, con tutti a dire che se lo fa pure Obama sarà la cosa migliore. Ecco, ora fortunatamente proprio nell'America di Obama ci sono i primi cedimenti. Abbiamo parlato del gruppo Wells Fargo, ma attenzione perchè si dice che pure Bank of America e Goldman Sachs vogliano uscire dal programma Tarp. Mettiamola così: con questi piani statalisti abbiamo fatto un pauroso salto nel passato, ora, se persino le stesse banche cominciano a chiamarsi fuori, bisogna al più presto ritornare al futuro. Il New Deal lasciamolo alla storia del secolo scorso.
Etichette: America, banche, New Deal, Wells Fargo
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