Se la domanda (su Profumo) non piace a Tremonti...
No, caro Giulio, non si fa così. E' successo a Davos. Guardate il video qui sopra (trovato su YouTube). La domanda che ha scatenato il "caso" (il ministro se ne è andato di colpo lasciando l'intervistatore di stucco) era sui possibili aiuti governativi all'Unicredit di Alessandro Profumo. Forse Tremonti, che la scorsa primavera aveva indossato i panni del Robin Hood che combatteva il solito strapotere bancario (e per questo ci era piaciuto un sacco!), non è proprio, diciamo così, al massimo del buon umore nel dover ora invece fare la parte di quello che si prepara a mandare vagonate di soldi pubblici proprio a loro, ai soliti banchieri. Vabbè che ci sono le "ragioni" legate alla emergenza della crisi economica (ragioni che peraltro in questo blog come sapete più passa il tempo e più personalmente almeno in parte contesto, perchè la crisi sta diventando un comodo alibi per far passare anche misure altrimenti improponibili...), però effettivamente dalla crociata liberale contro gli abusi del sistema bancario ai maxi aiuti di Stato alle stesse banche il passo è parecchio lungo. Ci si "salva" solo se si riesce almeno a vincolare gli aiuti a precise contropartite da imporre ai grandi istituti di credito (esempio: garanzie in favore dei risparmiatori su tutta una serie di prodotti e servizi particolarmente sensibili e impegno al ricambio dei vertici manageriali), altrimenti davvero tutto appare molto difficile da giustificare, da far digerire a tutti quelli che (giustamente!) vedono nell'intervento a favore delle banche un boccone parecchio amaro da cacciare giù.
Etichette: banche, Davos, intervista, Tremonti, Unicredit, video
1 Commenti:
Purtroppo siamo in Italia e Germania e Francia sono a casa loro, specialmente quando si tratta di interventi a sostegno del' economia. Come per il settore auto anche per le Banche si finanziano i soliti noti, che guarda caso sono anche quelli con maggiori attività produttive all' estero (Unicredit ha 23 banche sparse per l' Europa)senza imporre alcun vincolo territoriale di occupazione ed allocazione delle risorse. Se si dà un incentivo rottamazione auto ed un cliente acquista BMW si sta finanziando l'azienda straniera a costo italiano senza una contropartita. Se si favorisce il sistema bancario si altera il modello competitivo non solo in Italia, ma in tutta Europa. Eppure sotto la voce "emergenza" tutti chiedono più soldi e nessuno propone un modello europeo di allocazione delle risorse in grado di non alterare le logiche del mercato.
L'"emergenza" però non regge come giustificazione perchè se alloco 40 miliardi di euro e ne aspetto altri 40 dall' UE e li distribuisco su 21 milioni di famiglie italiane a ciascuna vanno 1,9 milioni subito ed altrettanti dopo il che copre abbondantemente il mutuo, la spesa del sabato e resta anche una cenetta....
Se escludiamo quindi che si tratti di una presa in giro dobbiamo parlare di interventi strutturali che garantiscano nel futuro il non ripetersi della crisi con interventi di medio e lungo periodo.
Come si possa ipotizzare che degli interventi strategici possano funzionare senza un piano contestualizzato alla realtà europea mi sfugge.
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