I "poveri" banchieri
Contro gli aiuti di Stato al settore auto mi sono già espresso più volte. Ora vorrei ribadire che pure peggio penso dei possibili interventi a favore di banche e banchieri, interventi che peraltro come già detto vengono in questo momento pensati senza vere e adeguate contropartite. Questo weekend al convegno Forex Alessandro Profumo ha confermato per Unicredit un obiettivo di utile netto 2008 intorno ai 4 miliardi di euro. Capito bene? Nonostante tutto Unicredit non è assolutamente in perdita. Anzi, macina utili ancora per ben 4 miliardi di euro. Una montagna di soldi. E allora perchè dobbiamo mandare giù l'idea di aiuti pubblici ad un settore bancario che ancora guadagna miliardi? Davvero, numeri alla mano, non se ne capisce il senso. Si dice che l'intervento è motivato dal fatto che le banche sono in crisi e che c'è bisogno che continuino a erogare finanziamenti alle imprese. Ma la verità è che i bilanci delle banche non sono assolutamente da crisi (il caso dei super utili di Unicredit è più che significativo) e che nessuna reale garanzia avremmo che, una volta intascati gli aiuti, i banchieri continuino effettivamente a finanziare il mondo produttivo come prima. Come nel caso del settore auto (dove si parla di difesa dei lavoratori e dell'indotto), la verità è che anche sul fronte delle banche si rischia solo di andare ad ingrassare i "soliti noti" con fondi pubblici. La finalità è il credito alle piccole e medie imprese? Bene, allora sarebbe meglio studiare il modo per darli direttamente alle aziende i soldi, magari tramite interventi di detassazione, invece che passare dalle solite banche. Ancora una volta mi chiedo: qual'è il vero scopo di tutto questo? Rilanciare davvero l'economia o dare soldi a centri di potere che possono sempre tornare utili?
Etichette: aiuti di Stato, banche, Profumo, Unicredit
3 Commenti:
A proposito di Unicredito avevo già espresso il mio parere paragonando la situazione ad una persona che al omento di pagare il conto in un ristorante si accorge di aver dimenticato il portafoglio, situazione imbarazzante che però non rende nè più ricca nè più povera la persona.
Una crisi di liquidità può capitare, ma non mina la fiducia che ha permesso di rastrellare 5 miliardi di euro tra aumento di capitale ed obbligazioni.
Quindi per parlare di aiuti si deve intendere un aiuto strategico al sistema bancario nel suo complesso che non può prescindere da un piano trasparente e concreto di investimento in infrastrutture e modalità di impiego.
In assenza di ciò diventa la ridda dei clientelismi a cui siamo abituati
saranno anche 4 mld di utili ma sono tali grazie al congelamento del mark to market: facile quindi per Profumo fare previsioni di utili congelando le perdite...perdite che nel solo terzo trimestre ammontavano a circa 860mln non rilevate a conto ecomico.
Prima o poi il mark to market sarà un nodo che verrà al pettine.
Perche non:)
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