
In questi ultimi giorni, come tutti hanno potuto vedere, il titolo di Intesa SanPaolo è sprofondato in Borsa. Gli ultimi conti trimestrali non sono piaciuti per niente al mercato. E, soprattutto, non è piaciuta l'ultima sorpresa fatta dal gruppo: niente dividendo per gli azionisti (sicuramente niente contanti, forse al massimo qualcosa in azioni, ma non si sa). Oggi il numero uno di Intesa SanPaolo, Corrado Passera (uno che come Alessandro Profumo di Unicredit era stato abituato negli ultimi anni ad essere osannato dai giornali nostrani prostrati ai piedi dei banchieri rampanti), in una intervista al Sole spiega che per evitare che l'Italia cada in recessione serve un piano di rilancio da 50 miliardi all'anno per alcuni anni, da investire soprattutto in infrastrutture e innovazione tecnologica. Insomma, il banchiere Passera si preoccupa del futuro della nazione. Ma non farebbe meglio a preoccuparsi solo del presente della sua banca? Già, a meno che il piano salva-Italia del patriottico Passera non sia da considerarsi comprensivo del già vociferato aiutone per le banche. Guarda caso nelle ultime settimane i rumors in questo senso hanno parlato di 30 miliardi e, dunque, tutto quadrerebbe benissimo. 20 miliardi per le infrastrutture e l'innovazione tecnologica, che stanno a cuore a Passera ;-) E quel che resta alle banche. Ecco al fine presentata la propostina sul tavolo di Berlusconi? Ieri Tremonti ha tuonato contro i banchieri. Ma qui contano i fatti, non le parole. Vedremo dunque quale sarà nei fatti la posizione del governo. Se aiutone ci sarà (ormai mi sembra quasi scontato), vedremo se almeno ai banchieri verrano chieste contropartite, come appunto auspicato da Tremonti, oppure se si tratterà semplicemente di una sorta di fondo perduto sulla fiducia. Nel qual caso, lo dico chiaramente, non ci si potrebbe che indignare.
Etichette: banche, Intesa, Passera
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