20 ottobre 2008

Mangiatoia di Stato

La scorsa settimana ho espresso le mie perplessità rispetto al possibile eccesso di neo-interventismo statalista. Mi sento in questo senso in una posizione "di mezzo". Da una parte, come ho già detto, credo che anche gli spiriti più liberali se non sono troppo dogmatici e chiusi capiscono che in situazioni di eccezionale crisi bisogna saper derogare a certi ideali (realpolitik, insomma), ma dall'altra parte penso che l'uso "terapeutico" di quelle che una volta si chiamavano partecipazioni statali debba essere assolutamente e rigidamente limitato, controllato e a scadenza limitata e prefissata. Perchè altrimenti a lungo termine la cura rischia di fare molti più danni della stessa malattia. Basta pensare a quali disastri in passato ha portato nel nostro Paese proprio la logica delle partecipazioni di Stato. Se siamo ancora oggi una nazione ingessata dove si fa fatica a parlare di liberalizzazioni lo dobbiamo anche a quella stagione. Per questo ora sono molto critico su questo fronte. Giustamente c'è chi come l'Imprenditore mi ha fatto notare che in altri Paesi si sta già da tempo ricorrendo a misure di questo tipo e quindi si potrebbe creare uno squilibrio a nostro danno. Vero, l'Imprenditore ha ragione, non dobbiamo uscirne come i soliti autolesionisti, ma, detto questo, i timori però restano. E a leggere alcune ultime news se possibile crescono pure. Penso alle ultime sortite di Marchionne e Montezemolo che, sentita l'aria che tira, hanno pensato bene di parlare di aiuti pure per la Fiat. Che non centra con le banche e neppure ha asset strategici per il sistema nazionale (come eventualmente la rete di telecomunicazione di Telecom o i sistemi per la difesa di Finmeccanica), ma che un po' di denaro pubblico lo prende sempre molto volentieri tramite le solite campagne per la rottamazione delle auto. In decenni e sotto varie forme lo Stato ha già garantito montagne di soldi al Lingotto, ma Montezemolo è già pronto pure stavolta usando come nuova giustificazione proprio un possibile squilibrio a livello internazionale. "Dal momento in cui gli Stati Uniti hanno deciso di aiutare il settore dell'auto con 25 miliardi di dollari, l'Europa deve tenerne conto, perchè altrimenti si creerebbe una competizione impari": così ha detto Montezemolo, allungando di fatto il cappello. Il ministro del welfare Sacconi si dice contrario, ma temo che, visto quello che si sente in giro, il governo stia pensando di andare proprio in questa direzione (si parla di rottamazione per auto e per elettrodomestici). Ecco, tutto questo per far capire quali sono i timori legati al ritorno dell'intervento dello Stato nell'economia come cura della crisi finanziaria. Il rischio è che si parta con nobili intenzioni per poi finire col creare il solito pozzo senza fondo, la solita "mangiatoia di Stato". Per questo secondo me bisogna dire no ad un uso troppo estensivo degli aiuti. Interventi sì, ma mirati e limitati, per situazioni davvero eccezionali, dove sia più che evidente che in ballo ci sono asset strategici a rischio. No a politiche "a pioggia".

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2 Commenti:

Anonymous Anonimo ha detto...

E sopratutto, se aiuto deve essere che non lo sia a fondo perduto!!!!!

Ciao Alessandro

1:23 PM  
Blogger Buddy Fox ha detto...

Ciao!
I paesi scandinavi nei primi anni '90 affrontarono una crisi simile, lo stato intervenne e ci guadagnò, pochi lo ricordano, molti fanno solo propaganda, parlando della spesa di pantalone.
Questa volta grazie alla congiuntura che non credo sia così allo sfascio, potrebbe andare nello stesso modo.
Lo stato si, come il girello per un bambino, come le stampelle per un ammalato, poi, una volta guarito, si torna a correre ed a camminare con le proprie gambe, e noi, come cittadini potremmo anche fare un affare.
Non sono d'accordo sulla chiusura verso l'estero, la "chiusura" verso il mercato non ha mai fatto bene, Londra è apertissima, forse troppo, ma si rialzerà anche da questa batosta. Se le aziende vanno bene, gli azionisti non le mollano, se hanno valore i prezzi salgono ed è più difficile prendere il controllo.
Dal mio punto di vista è più importante scrivere le regole, chiare e certe, per tutti, ma non chiudere i cancelli, anzi forse a questo punto sarebbe meglio spalancare, altrimenti il mercato ci punirà, così sarà anche per Francia e Germania, ed a me il "mal comune e mezzo gaudio" non consola...
ciao
Buddy

4:40 PM  

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