
Per curiosità sono andato a cercare su Wikipedia la biografia di Guglielmo Epifani, gran capo della Cgil e "signor no" nella vicenda Alitalia. Ecco cosa ho letto: "Nel 1953 la famiglia si trasferì a Milano, dove Epifani terminò il liceo. Nel 1973 si laureò all'Università La Sapienza di Roma in filosofia con una tesi su Anna Kuliscioff e successivamente si iscrisse alla Cgil, dove lavorò come sindacalista. Nel 1974 diresse la casa editrice della Confederazione, l'Esi, aumentando in maniera considerevole il suo prestigio all'interno della confederazione: nel giro di due anni approdò prima all'Ufficio sindacale, dove coordina le politiche contrattuali delle categorie, e poi all'Ufficio Industria della Confederazione. Socialista e "craxiano" convinto, nel 1979 inizia la sua carriera di dirigente sindacale con l'incarico di segretario generale aggiunto della categoria dei lavoratori poligrafici e cartai. Nel 1990 entra nella segreteria confederale e nel 1993 sarà nominato segretario generale aggiunto da Bruno Trentin. È stato iscritto al partito dei Democratici di Sinistra. Vice di Sergio Cofferati dal 1994 al 2002, a seguito delle dimissioni del cinese, diviene segretario generale della Cgil". Questo dunque il curriculum di Epifani. Pensando proprio alla vicenda Alitalia, mi viene da dire che è perlomeno curioso che uno che non ha mai lavorato in una azienda, ma solo nel sindacato (vogliamo considerarlo "vero" lavoro?), oggi si trovi di fatto a decidere del futuro di una grande azienda e dei suoi 20mila dipendenti. Forse, invece di far festa per il fallimento della propria azienda, i dipendenti Alitalia dovrebbero avere l'intelligenza di capire che sarebbe meglio che a fallire fosse la Cgil...
Etichette: Alitalia, Cgil
1 Commenti:
tranquillo, ancora qualche annetto e poi da grande farà il politico
;-)))))))
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