
Della crisi del settore del risparmio gestito nel nostro Paese ho già parlato altre volte. E' una crisi di raccolta determinata evidentemente dalla sempre minore fiducia che i risparmiatori hanno nei confronti di fondi comuni e strumenti affini oltre che nei confronti delle realtà che questi strumenti amministrano e propongono. Tutto si innesta su una più generale sfiducia verso i mercati finanziari in genere, sfiducia ovviamente alimentata dalla grande crisi partita l'anno scorso con la tormentata vicenda dei mutui subprime. La situazione è molto pesante e personalmente credo che le cose per l'industria del risparmio gestito possono solo ulteriormente peggiorare. Insomma, di male in peggio, orizzonte a tinte fosche. I giornali economici non danno a mio avviso il giusto rilievo a tutto questo. Forse perchè il settore rappresenta pur sempre significativi investimenti pubblicitari ;-) Comunque, i dati elaborati da Assogestioni parlano chiaro (sono dati ovviamente relativi al mercato italiano). Fino alla fine degli anni novanta il patrimonio totale dei fondi aperti di investimento in Italia è stato in forte crescita. A partire dal 2000 il trend invece si è fatto in questo senso oscillante. Dal 2006 poi è cominciata una chiara tendenza negativa. Le nuove sottoscrizioni di prodotti da parte dei risparmiatori hanno cominciato a non compensare più i disinvestimenti. Si è arrivati l'anno scorso a un deflusso netto di oltre 52 miliardi di euro. Una vera montagna di soldi in fuga dal risparmio gestito. E nel 2008 va pure peggio per il comparto con un saldo negativo di altri 70 miliardi di euro solo nel primo semestre. I numeri appunto parlano chiaro.
Etichette: fondi comuni, risparmio gestito
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