
Dopo il penoso e pecoreccio show di ieri a Piazza Navona, più che di Italia dei Valori bisognerebbe parlare di Italia dei Volgari. E' finita a insulti degni della peggiore bettola di periferia per ubriaconi e disadattati. Uno spettacolo indegno e straccione che ha visto pure i suoi protagonisti arrivare alla fine a dividersi in modo plateale, tra chi ancora da una parte digrignava i denti e chi dall'altra cercava di smarcarsi. Un po' come quando gli sciacalli, dopo aver in branco dilaniato la preda, cominciano a mordersi tra loro. Tonino Di Pietro, l'uomo della "trasparenza" (per chi fa finta di non ricordarsi di quando faceva girare soldi tra lui e l'imprenditore inquisito Gorrini nascosti in una scatola da scarpe) e soprattutto l'autoproclamatosi paladino della legalità e del rispetto di regole e istituzioni ha dato voce ha chi ha pensato bene di insultare il presidente della Repubblica. Davvero un bell'esempio di rispetto delle istituzioni. Insomma, appunto, uno show da baraccone. Che di fatto si è trasformato in un clamoroso boomerang per quella che finora si è definita "unica opposizione" (questo il motto dipietrista). Bene ha fatto il Partito Democratico a non aderire (a parte quella "volpe" di Parisi). Oggi, come va riconosciuto, il Pd si prende una rivincita. Da Piazza Navona esce un messaggio preciso: non c'è una "unica opposizione", ce ne sono due, di qualità molto diversa. Da una parte l'opposizione volgare, acritica, illiberale, ignorante, forcaiola e intimamente violenta che piace al solito branco di pecore frustrate abituate a seguire a cervello spento i capipopolo giustizialisti, dall'altra un'idea di opposizione, almeno un tentativo in questo senso, di chi ancora pensa che gli strumenti da usare nel confronto anche duro siano sempre e comunque ragione e dialettica, non gli insulti. Tra le due idee di opposizione c'è evidentemente un abisso. Quello che divide le persone intelligenti da quelle ignoranti, violentemente ignoranti. Come continua a ben rivelare e stigmatizzare quel certo italiano sgrammaticato, da semi-analfabeta...
Etichette: Di Pietro, politica
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