
Ecco cosa mi ha scritto l'amico Andrea F. "Sarò anche un po' distratto da tutte queste vicende d'oltreoceano dove colossi come Freddy Mac e Fanny Mae richiedono, prima volta nella storia, un intervento statale per la crisi subprime e dove c'è battaglia tra Lehman Brothers e Bear Stearns contro Goldman Sachs come da te evidenziato, ma penso di essermi perso qualcosa. Tutti preoccupati per i subprime, ok, ma la nostra crisuccia che porta al collasso comuni e regioni non interessa più? Va bene riprendere dalla cattedra le banche estere che hanno concesso mutui ai cosiddetti Ninja (No income no job or asset) mentre da noi per avere 1 euro devi dare garanzie reali per 1,20 euro, ma queste stesse banche così caute non sono le stesse che hanno venduto derivati a comuni e regioni? Secondo il Tesoro dal 2002 al primo semestre 2007 sono stati circa 900 i derivati firmati da 525 enti locali (459 comuni, 45 province, 17 regioni e quattro comunità montane). Ben 151 sono stati stipulati tra gennaio e il 30 giugno scorso. A fine agosto, secondo la Banca d'Italia, il mark to market (il valore di mercato alla data della rilevazione) dei derivati in tasca agli enti locali era negativo per 1,055 miliardi. Due terzi di questo valore (che non si traduce in una perdita immediata) sono in capo ai comuni, un quarto alle regioni e il resto alle province. Tutto questo non desta più preoccupazione?. Non ho capito, togliendo anche l'Ici, come esattamente verranno ripianati i debiti. Senza l'ausilio degli organi d'informazione ci troviamo quindi a dover decidere se essere pessimisti o ottimisti. Aspettando che l'informazione ci aiuti a decidere, io intanto vado piano in auto: non si sa mai che gli autovelox, che sono già di fatto un buon sistema di finanziamento per i comuni, rientrino nei piani strategici di rifinanziamento".
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