Un oceano di differenza
Dunque, retata a Wall Street per irregolarità e violazioni di legge legate a tutta la vicenda dei mutui subprime. Centinaia di arresti e una valanga di incriminazioni. Insomma, pugno duro. Come in America si era già visto per altre vicende finanziarie, ad esempio quella del collassato gruppo Enron. La differenza con quanto succede da noi è lampante. E grande come l'oceano che divide il Nuovo Mondo dal Vecchio Continente. In America il sistema cerca di correggere le proprie (fisiologiche) storture. Anche in modo pesante quando è il caso. Un bel messaggio per il mercato e non solo. Da noi invece tutto sembra sempre andare a finire a tarallucci e vino. In fondo pare non esserci mai interesse a far emergere i veri meccanismi e le vere responsabilità dei crack. Negli Usa almeno ci provano. Qui da noi tutto "si aggiusta". Si trova sempre una "soluzione". Si trova sempre una bella favoletta da propinare ad una opinione pubblica che (colpevolmente, per ignoranza e superficialità) è sempre pronta a farsi abbindolare (basta ricordare ad esempio la "Parmafavola" del buco da 14 miliardi di euro fatto da Tanzi e Tonna taroccando i documenti a colpi di scanner!). L'Fbi ha arrestato personaggi come Ralph Ciotti e Matthew Tannin, ex Bear Stearns. Dovranno raccontare parecchie cose, rischiano pene esemplari (come appunto si è visto nella vicenda Enron). Dalle nostre parti invece, lo sappiamo, le banche sono abituate a non pagare mai. Al massimo briciole. I banchieri, come nello scandalo di Collecchio, si dichiarano "vittime". Il conto alla fine lo pagano sempre i piccoli risparmiatori. Un copione rodato che non passa mai di moda.
Etichette: banche, finanza, mutui subprime, Usa
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