Lo Zapateatrino
Dunque, la Spagna di Zapatero ci fa il predicozzo, ci accusa di razzismo. Per il giro di vite che (dico io: finalmente!) si sta iniziando a dare in tema di clandestini. E' la stessa Spagna di Zapatero che solo due anni fa, quando molti nordafricani per giorni cercarono di passare la frontiera di Ceuta, enclave spagnola sulla costa del Marocco, in segno di apertura e disponibilità mandò l'esercito armi in pugno e ci scapparono diversi morti e feriti. Ricordiamo che lì per segnare il confine gli aperti e non razzisti spagnoli hanno eretto un bella barriera di filo spinato (che ricorda quella che divideva Berlino prima del muro) e chi prova a passarlo può ricevere come biglietto da visita un simpatico pestaggio da parte degli agenti (come dimostra ad esempio questo video su YouTube). Pestaggio progressista e democratico, sia chiaro, non fascista. Ricordiamo che l'esercito fu mandato su espresso ordine di Zapatero, che forse non se lo ricorda più ;-) Ecco, da uno così dovrebbe arrivare la predica? Roba da comiche. Le zapacomiche dello zapateatrino. Ho sempre pensato che Zapatero sia il peggior capo di Stato europeo. Ho sempre pensato che la "sua" Spagna sia esattamente il modello da non seguire per le altre nazioni europee. Ho sempre pensato che la sua immagine di "super progressista" sia frutto di un preciso e cinico calcolo politico, non di una sua autentica spinta ideale. Ebbene, di tutto questo sono sempre più convinto. Il punto della questione clandestini è lampante. Se i nordafricani provano a passare la frontiera spagnola, Madrid manda l'esercito. Se succede la stessa cosa in Italia e Roma cerca di limitare il fenomeno, senza peraltro arrivare ai morti come è successo a Ceuta, allora da Madrid arrivano le accuse di razzismo. La evidente verità - che Zapatero non dice - è che fa comodo che i clandestini che partono dalla costa nordafricana scelgano l'Italia e, di conseguenza, non la Spagna.
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