Liberisti a parole,
statalisti nei fatti
Che desolazione vedere il PdL berlusconiano che fa diventare una propria bandiera la posizione neo-statalista su Malpensa-Alitalia dell'asse del Nord Formigoni-Lega. In teoria liberali e liberisti, in pratica dirigisti e statalisti. Lo si era già visto ai tempi dei tentativi di liberalizzazione portati avanti da Bersani (e poi per la verità finiti in poca roba): il centrodestra, sfidato sul proprio terreno almeno in teoria, non rispose ponendosi in posizione ancora più avanzata sul tema delle riforme e delle liberalizzazioni, ma corse a cavalcare le proteste delle corporazioni. Consensi facili da raccogliere tra tassisti o farmacisti, si sarà pensato allora, come oggi probabilmente, con le elezioni alle porte, si sta pensando ai facili consensi da raccogliere nel varesotto, attorno a Malpensa. Ma contestualmente devono mettere in conto la delusione dei tanti che guardano verso destra nella speranza di vedere almeno un barlume di riforme liberali e che invece si vedono ripagati con statalismo e corporativismo. Giovedì scorso ad Annozero c'è stato proprio su Malpensa un confronto tra Fassino e il duo Formigoni-Maroni: ebbene, lo dico francamente, tra le due posizioni espresse io mi sono trovato molto più d'accordo con quella di Fassino piuttosto che con quella forzista-leghista (l'idea di Formigoni della moratoria triennale per Malpensa la ho trovata addirittura demenziale!). Al PdL si dicono liberali e liberisti? Allora abbiano la forza di dire e fare cose liberali e liberiste. Altrimenti evitino di dirsi tali o vadano a ripassarsi sui manuali di economia cosa vogliono dire questi termini.
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