L'Indecente

Qualcuno ha pure l'ardire di parlare di "gran combattente". Semplicemente ridicolo. Qui si tratta solo di puro attaccamento al potere, alla poltrona, ormai oltre ogni limite di decenza. Nella vecchia prima repubblica a questo punto anche il più coriaceo premier democristiano avrebbe avuto la decenza di salire al Colle per rassegnare le proprie dimissioni davanti al Presidente della Repubblica. Lui invece si attacca alla sedia come una zecca e cerca di ramazzare qualche voto in extremis in un Senato che vorrebbe come il mercato delle vacche. Pur di non lasciare la poltrona (e poter così fare quelle nuove nomine in una serie di enti che aveva in programma da qui ad aprile...) sarebbe disposto a dare al Paese una maggioranza ancor più rabberciata di quella che c'è stata in questi ultimi disastrosi due anni. Indecente, appunto. Ma d'altronde lui il potere lo ha conquistato in modo indecente (all'indomani del voto non ha avuto la decenza di ammettere che con quella manciata di voti in più non c'erano nè vincitori nè vinti e dunque era meglio andare verso un governo delle larghe intese), lo ha amministrato in modo indecente (in un biennio c'è stata una serie impressionante di disastri, di cui l'emergenza rifiuti è solo l'ultimo), lo deve a questo punto perdere nello stesso modo: indecente. La prima monnezza da smaltire oggi in Italia è proprio questo governicchio che ha logorato ancor di più una nazione che già aveva problemi seri e che adesso sta logorando la pazienza di tutti con questo vergognoso abbarbicamento alle poltrone.
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Etichette: Prodi
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