Vietato parlare di crisi
Il New York Times ha fatto un quadro a tinte fosche del nostro Paese, tutto tra profondo declino economico e relativa angoscia per il futuro. Insomma, più che Belpaese, nazione sull'orlo di una crisi di nervi. Il nostro Presidente della Repubblica, giusto appunto in trasferta negli States, ha prontamente replicato con una difesa d'ordinanza dello Stivale e delle italiche tradizioni. Certo ci sono problemi, ma "l'Italia è un Paese forte su cui vale la pena di scommettere": questo ha detto Napolitano, che non ha mancato peraltro di "respingere la superficialità di certe espressioni". Ora però sono arrivate le previsioni economiche per il 2008 del centro studi di Confindustria e ce ne è abbastanza per farsi andare di traverso il panettone. Il nuovo anno porterà un forte calo dei consumi e un forte aumento dell'inflazione. I dati parlano chiaro. Le famiglie italiane stanno sempre peggio. Non è una novità, certamente. La novità è semmai che chi per anni ha fatto delle famiglie "che non riescono ad arrivare alla fine del mese" una bandiera, una propria bandiera, adesso, di colpo, dice che le cose non vanno poi così male e se la prende pure coi catastrofisti. Le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, tanto utili fino a due anni fa per gridare lo sfascio della nostrana economia, oggi, con l'Italia che invece deve essere tirata a lucido, diventano come la polvere da nascondere frettolosamente sotto il tappeto del salotto per non sfigurare davanti ai parenti americani in visita. Ma gli italiani i conti in tasca li sanno fare. Non basterà qualche astruso dato sul rapporto deficit-Pil o tanto meno un resuscitato orgoglio tricolore per convincerli che prima vivevano male e ora invece sono fortunati cittadini del Paese del Bengodi.
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Etichette: declino, economia, famiglie, Italia, New York Times
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