I pacchi di pasta dei diessini
Imperdibile l'intervista di Michele Santoro a La Stampa. E a proposito del caso Santoro secondo me è l'ennesima dimostrazione del solito penoso opportunismo di questo penoso centrosinistra prodiano: Santoro era un idolo quando attaccava il centrodestra al potere, ora che lo fa con il centrosinistra di colpo è accusato di fare "cattivo giornalismo". Idem per i giudici: se indagano Berlusconi sono paladini della giustizia, se indagano Prodi (vedi inchiesta Why Not di De Magistris) sono da perseguire. Idem come abbiamo già visto con le forze dell'ordine, vedi caso Speciale. Ma veniamo all'intervista di Santoro. Ecco i passaggi che mi colpiscono di più (metto proprio le esatte parole usate da Santoro, i suoi virgolettati). "La reazione di Prodi è uguale a quella di Berlusconi: dimostra una insofferenza nei confronti della informazione libera". "Vorrei dire al senatore Nicola Latorre, che sul Corriere della Sera ha dichiarato che l'Unione mi ha aiutato, che quando lui doveva essere eletto nelle elezioni supplettive in Puglia mi chiamò per aiutarlo a vincere. Io manco volevo andarci, ma lui insistette molto, c'erano anche Prodi, D'Alema e Rutelli. Alla fine mi si avvicina uno e mi fa: ma lei lo sa che Latorre ha distribuito pacchi di pasta in campagna elettorale?. Mi sono vergognato di me stesso". "Ho sbagliato a fare il parlamentare europeo". "Noi facciamo vedere una parte della realtà, quella che i politici non vogliono vedere. Loro si sentono aristocratici incompresi dalla gente che non capisce quanto sia bello pagare le tasse, come ha detto il ministro Padoa-Schioppa". "Siamo arrivati al colmo, i ragazzi di Locri che due mesi fa Veltroni aveva preso come testimonial della nuova Italia sono diventati dei barbari".
Scritto da Steve Trader | Blog links: leggi anche il Volpino
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Etichette: Annozero, intervista, La Stampa, mastella, Michele Santoro
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