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La compagnia petrolifera francese Total nella ex Birmania guidata dalla dispotica e totalitaria giunta militare contro la quale ora si è scatenata la rivolta popolare guidata dai monaci buddisti è presente dal 1992. Il gruppo estrae gas nel sud del Paese. Insomma Total ha interessi nel Myanmar frutto evidentemente di un preciso accordo stipulato con il locale potere. E cosa ha detto la compagnia quando in questi giorni è scattata la repressione contro i monaci buddisti, repressione violenta condannata praticamente da tutto il mondo? Come ha già raccontato il giornale Liberation, ovvero quello che ha contattato la Total, Jean Francois Lassalle, direttore delle relazioni esterne del gruppo, questo ha dichiarato: "Il est difficile de condamner la répression en cours car Total n'est pas une autoritè morale ou politique. Simplement, nous espérons que des solutions conformes aux droits de l’homme seront trouvées, que des discussions et des négociations". Credo sia chiaro anche per chi non conosce il francese, ma comunque - anche per meglio sottolinearlo! - traduciamo: "E' difficile condannare la repressione in corso poichè Total non è una autorità morale o politica...". E già, tutto il mondo condanna la repressione, la condannano le autorità più alte come la condanna la casalinga che vede le poche immagini dalla Birmania in tv (e la casalinga ci riesce anche senza essere "una autorità morale o politica"!), mentre per la Total "è difficile condannare". E già...
Scritto da Steve Trader | Blog links: leggi anche il Volpino
Etichette: Birmania, francesi, Liberation, Myanmar, protesta, repressione, Total
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