Bloggers in azienda
In ogni azienda ormai ci sono più persone che hanno un loro blog privato. Bella l'idea di fare una sorta di auto-censimento dei dipendenti bloggers (auto-organizzato appunto, non per disposizione aziendale...) per confrontarsi, per stabilire un dialogo, per fissare momenti di incontro. Lo hanno fatto alla Microsoft Italia: cliccare qui. Bello vedere che una azienda, in modo secondo me molto lungimirante, non vede nei dipendenti bloggers un fenomeno negativo, ma anzi una risorsa. Il dipendente blogger, ad esempio, può contribuire a migliorare l'immagine aziendale all'esterno (come hanno già capito in molte compagnie americane...). Può migliorarsi, apprendere, acquisire migliore capacità di linguaggio e relazione. Tutte cose che, se è ben inserito in azienda, possono finire per far bene alla stessa impresa, visto che il dipendente è una risorsa, o almeno così dovrebbe essere. Personalmente poi tra uno che non ha interessi personali e uno che invece mostra di avere interessi e voglia di comunicare (elementi mediamente caratterizzanti un blogger) preferisco il secondo profilo. Certo, uno non deve perdere tutta la giornata a bloggare. Ci vuole senso di responsabilità. Ma in fondo questa non è una novità con cui bisogna fare i conti da quando ci sono i blog: non è forse la stessa cosa col telefono aziendale o la connessione internet? Comunque, è il solito discorso: nelle nuove tendenze c'è chi vede prima i problemi e poi le opportunità, mentre c'è chi al contrario vede prima le opportunità e poi i problemi. Insomma, una azienda può semplicemente sbarrare la porta al "nuovo" oppure farlo entrare cercando di gestirlo al meglio, con piani, regole, strategie e limiti. Personalmente credo nella seconda via...
pubblicato da Steve Trader
blog links: leggi anche il Volpino
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