Poco, ma meglio di niente
Alla fine più fumo che arrosto. Parlo della nuova porzione di "liberalizzazioni" sfornata dal governo. Si era parlato di "lenzuolata" di provvedimenti firmati dal buon Bersani e dunque, francamente, ci si aspettava di più. I punti sono tanti in effetti, ma ognuno di peso specifico ne ha poco. Va bene eliminare i costi di ricarica dei cellulari, ma liberalizzare e modernizzare il Paese forse vuol dire volare un po' più alto! Insomma, la "rivoluzione liberale" resta lontana, molto lontana. Questa è ancora robetta, diciamocelo. I grossi centri di potere non sono stati toccati e nemmeno le corporazioni. Comunque, sia chiaro, meglio poco che niente. Il centrodestra ha avuto la grande colpa di non fare proprio nulla in questo senso in cinque anni di governo. Il centrosinistra fa poco, ma, appunto, meglio poco che niente. L'errore più grande che a questo punto la destra può fare è quello di arretrare su posizioni di difesa delle corporazioni. Quello che dovrebbe fare invece è riconoscere che la strada delle liberalizzazioni è quella giusta e porsi sotto questo profilo in posizione ultra-liberista (promettere non di mantenere lo status quo, ma di cambiare ancora di più). Come già ho scritto in un altro post, personalmente mi auguro che le liberalizzazioni (quelle vere, dunque fino all'abolizione degli ordini e al picconamento di storici centri di potere) diventino sia di destra che di sinistra, in una sorta di gara a chi fa di più. Solo così c'è speranza di frantumare finalmente strutture da medioevo economico che rendono così terribilmente rigido il nostro sistema Paese.
1 Commenti:
Well written article.
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