Ancora su Alitalia

AndreaG (che ringrazio) mi scrive: "Se permetti, vorrei rincarare la dose su Alitalia, già oggetto delle tue riflessioni (e perplessità). Anche su questo fronte mi pare che ci sia puzza di bruciato. Sarà forse solo colpa dei preconcetti che personalmente nutro nei confronti di Mortadella e compagni? Sarà colpa delle riserve che ho nei confronti del professore, uno che messo al tempo di De Mita dalla Dc a capo dell'Iri non fece altro che svendere, parcellizzando le gloriose partecipazioni statali allo stesso modo che avrebbe attuato il luogotenente Gere nel film Pretty Woman? Il prode Prodi si vanta di aver venduto a 700 beni che erano stati in precedenza valutati in un range compreso tra 900 e 1.300. Sì, forse sarà per tutto questo che sento puzza di bruciato su questa ennesima telenovela di Alitalia: la vendita a privati della quota di controllo statale. Ma come potrebbe un investitore privato risollevare le sorti della compagnia di bandiera con tutti i vincoli (soprattutto quelli relativi ai livelli occupazionali e al mantenimento di determinate rotte evidentemente poco remunerative) più di quanto hanno potuto fare manager pubblici? Oppure, leggendo bene il bando, tali vincoli non sono poi così tassativi? E quale sarà il ruolo dei sindacati, della triplice tradizionalmente genuflessa verso i governi di centrosinistra? Ma siamo proprio sicuri che un privato, con vincoli pari a quelli presistenti, possa riuscire dove ha fallito il pubblico? Insomma, una domanda sorge spontanea: non si tratterà mica dell'ennesima svendita di un bene pubblico (e che bene, perbacco!) a amici, vicini o lontani? Mah, spero di sbagliarmi ma...".
0 Commenti:
Posta un commento
Iscriviti a Commenti sul post [Atom]
<< Home page