Prima e dopo...

Ora che Autostrade ha definitivamente detto addio al progetto di fusione con la spagnola Abertis, voglio tornare su un punto che mi sembra centrale. Per anni il centrosinistra all'opposizione si è sempre scagliato contro i tentativi di "catenaccio italico". Basta ricordare il caso Antonveneta o quello Fazio. Vi ricordate cosa dicevano? Dicevano in sostanza che in un libero mercato europeo mettere paletti di tipo "nazionalista", ad esempio per difendere un'azienda nostrana dal tentativo di acquisizione da parte di un gruppo estero, è antistorico e antieuropeo. Parlavano di figuracce in Europa. Ebbene, guardate adesso che catenaccio hanno fatto per Autostrade nei confronti di Abertis. Mesi di contrasti, polemiche e tira e molla, con punte di particolare ostilità da parte del ministro Di Pietro e Anas. Con questo post non voglio entrare nel merito della questione, ovvero discutere se sia giusto o meno bloccare Abertis (semmai lo farò in un prossimo post), ma voglio proprio evidenziare quello che mi sembra oggettivamente un approccio totalmente incoerente e quindi poco serio. Prima delle elezioni euro-liberisti sfrenati, a parole, ma dopo le elezioni, al governo, protezionisti nei fatti.
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