L'IMPREVEDIBILITA' DEL MERCATO

Vedete perchè in fondo io non seguo mai troppo le previsioni "tecnico-matematiche" (quelle con valori previsti, livelli etc etc) e soprattutto non seguo chi le fa? Perchè tu puoi farti tutti gli scenari che vuoi, ma poi, giusto per fare un esempio di queste ore, scoppia la guerra i Libano e tutti i numerelli vanno a farsi benedire. Ahimè, la verità è che i mercati sono alla fine una roulette e quindi non si può che andare a fiuto (negli States dicono "animal spirit"), cercando di sfruttare al meglio la propria esperienza (questo a mio avviso è l'unico vero valore!) e con un orizzonte day-by-day. Surfisticamente parlando, potremmo dire che le onde non sono in realtà scientificamente prevedibili nel loro sviluppo. Si può solo cercare di cavalcarle. Verificando ed eventualmente ritarando la propria strategia in ogni istante. E guardate che dico tutto questo da grande conoscitore dell'analisi tecnica di Borsa, che ho usato per anni anche in forme diciamo così "di frontiera". Esempio: già nella prima parte degli anni novanta, quando in Italia lo studio dell'analisi tecnica non era ancora molto approfondito, io "facevo palestra" costruendo trading systems automatizzati collegati a data-feed in realtime. Proprio quell'esperienza "intensiva", da "alchimista", mi ha fatto capire che la "pietra filosofale" non esiste neppure sui mercati finanziari. Non sto ora dicendo che l'analisi tecnica è tout court da buttare nel cestino. Dico che quelli che ci si avvicinano come se fosse la via per arrivare al "Graal" (i "maestri" che danno numeri "certi" e gli "allievi" che acriticamente seguono) sono sostanzialmente degli illusi, che si espongono pure a notevoli rischi. Ripeto, secondo me c'è solo una strada per affrontare i mercati: cercare di farsi più esperienza possibile, sviluppando una sensibilità da usare per controllare giorno per giorno, ora per ora, la propria direzione. Con una sola certezza stampata nella testa: quella che sui mercati di certezze non ce ne sono.
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