CONFINDUSTRIA-BOYS
Una volta il proletariato era culla di tensioni e rivoluzioni, mentre i "padroni" erano abbastanza rigidelli, chiusi nei loro imbalsamanti gessati grigi. Ora le cose paiono parecchio cambiate. Il neo-proletariato sogna al massimo la tv al plasma, è rigidamente filo-governativo e viaggia ordinamente intruppato secondo la linea ben strombazzata da certi blasonati giornali. Insomma, non è un problema per governo e industria (come sono lontani gli anni caldi...). A stupire sempre più invece sono questi "Confindustria-boys". Parlo di quelli che hanno fischiato Della Valle & co. a Vicenza e che ora hanno pure messo in difficoltà Epifani (esagerato peraltro nella sua reazione, visto che non ci sono stati fischi ma solo brusio...). E' la parte viva della Confindustria. Quella che non è al vertice ma che vuole farsi sentire. Quella che sta diventando la spina nel fianco di Lucky Luke Montezemolo. Questi convegni "istituzionali", di Confindustria ma non solo, sono sempre stati, diciamoci la verità, una gran noia. Così scontati e prevedibili. Ora stanno diventando sempre più imprevedibili e interessanti. Tutto merito di questi Confindustria-boys. Se i "proletari" sonnecchiano, disposti ormai a subire tutto (soprattutto da un governo formalmente di sinistra), loro, i Confindustria-boys, sono belli vispi e tosti. E probabilmente si divertono pure un sacco a seminare un po' di zizzania! Guasconi e molto efficaci. Bravi, continuate così!
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