12 gennaio 2006

WARGAMES

Dunque, proviamo a mettere in fila un po' di fatti. Il super consulente del Banco di Bilbao è Guido Rossi, l'uomo che a suo tempo da sinistra disse che con D'Alema Palazzo Chigi era diventata una "merchant bank, che non parla inglese". Su Unipol la questione morale fu sollevata, ben prima che si scatenasse il polverone giudiziario, da Rutelli (amico di Abete). Qualche tempo fa l'ing. De Benedetti, scatenando diverse piccate reazioni a sinistra, indicò Rutelli e Veltroni come futuri capi del futuro partito democratico. Quando la Unipol di Consorte lanciò il maxi aumento di capitale funzionale alla scalata alla Bnl i soci del Monte Paschi non tirarono fuori un euro. Quando a Siena si votò per reintegrare Gnutti nel consiglio del Monte Paschi il presidente della fondazione Mps si è alzato ed è uscito dalla sala. Consorte nei fatti era vicino a Fiorani, lontano dai senesi, quelli "storici". Indiscrezioni proprio di questi giorni sostengono che, dopo Antonveneta e Bnl, l'obiettivo nell'area dei "furbetti" sarebbe stato il Monte Paschi. Questi, appunto, alcuni fatti che possono essere "messi in linea" (in questo senso mi fermo qui per non fare un post "chilometrico", ma ce ne sarebbero pure altri). Qual'è il senso di tutto ciò? Mi sembra evidente: il ciclone Unipol che sta investendo i Ds, con il duo D'Alema-Fassino ormai all'angolo, non è "alimentato", come qualcuno ingenuamente può credere, da una bagarre centrodestra-centrosinistra, ma piuttosto da una guerra sotterranea tutta interna al centrosinistra e agli stessi Ds. E quando parlo di schieramenti penso sia a quelli politici in senso stretto che pure e soprattutto ai relativi alleati in campo economico. Insomma, da una parte c'è la finanza rossa di stampo dalemiano con relativi amici (tra questi i "furbetti del quartierino"), dall'altra c'è l'"altra" finanza rossa, alleata con un potente asse di poteri forti ("furboni del quartierone"). Come già dicevo, è la teoria del grande regolamento di conti, funzionale alla spartizione del potere politico e di quello economico nel post-elezioni politiche (che, guarda caso, sono ormai alle porte).

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