
Fiorani due anni dopo Tanzi. Allora, abilmente condizionata da blasonata stampa (al servizio non dei "furbetti" ma dei "furboni"...), un sacco di gente ha creduto davvero che il buco Parmalat l'avessero fatto, tutto da soli, a colpi di documenti taroccati con lo scanner, il cavalier Tanzi e il ragionier Tonna. Le prime pagine dei giornali hanno potuto avere i necessari "mostri". Da servire ad una opinione pubblica sempre così ahimè ingenua e indirizzabile, come un branco di buoi. Insomma, è passato il teorema del "tutta colpa di Tanzi e Tonna", che, automaticamente, ha significato "tutta colpa SOLO di Tanzi e Tonna". Con il teorema delle "mele marce" (in sintesi: non è il "sistema" malato, ma solo alcuni, rari, suoi spregiudicati attori) proprio il "sistema" (in soldoni: un certo brutto andazzo del precario capitalismo italiano) si è salvato. C'erano già state le storiacce di Cirio, bond Argentina, Giacomelli e chi più ne ha più ne metta, ma, in fondo in fondo, la gente se la è bevuta l'idea delle mele marce (basta vedere i bilanci degli ultimi due anni di certe grandi banche o i dati relativi al collocamento recente di certi bond). Dunque, il "sistema" si è salvato e, soprattutto, è andato avanti. Il caso Fiorani è solo l'ennesimo prodotto. E i "cantastorie" aggiornano il loro repertorio con sempre nuove favole: adesso va di gran moda questa dei "furbetti del quartierino". Come quella delle mele marce serviva a distogliere l'attenzione dall'"albero delle mele", questa dei furbetti serve a distogliere l'attenzione dai "furboni del quartierone". Anche stavolta l'opinione pubblica è servita...
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