FIAT, E ADESSO?
Dunque alla fine e' arrivato il divorzio consensuale (una lunga e complessa guerra legale non era nell'interesse di nessuno). La Fiat straccia la put option della discordia e, in cambio, si porta a casa un miliardo e mezzo di euro (abbondanti risorse fresche, piu' che mai utili a Torino in una fase difficile come questa). Cancellate anche le varie joint-venture operative che legavano Fiat e General Motors. Vista tutta la situazione che si era venuta a creare, casa Agnelli ne esce bene. Certo, non sono i due miliardi di cui si era parlato in un primo tempo, ma comunque un miliardo e mezzo rappresenta comunque una montagna di soldi. E, soprattutto, anche una eventuale vittoria in sede legale avrebbe rischiato di arrivare troppo tardi per Torino. Quindi, e' andata bene cosi'. Ora pero', chiuso il rapporto con Gm, per Fiat si apre la vera e decisiva sfida: quella del rilancio. Una sfida che la casa torinese dovra' affrontare tutta da sola. Senza piu' la collaborazione operativa con un grande gruppo come General Motors e in un mercato delle quattro ruote che e' diventato davvero difficilissimo (specialmente per Fiat...). Impresa ardua, molto ardua. Lo sanno bene le grandi banche creditrici del Lingotto (Intesa, Unicredit, Capitalia e Sanpaolo Imi). Quelle del prestito convertendo. Quelle che, invece di rischiare di ritrovarsi alla fine azioniste di riferimento della Fiat (perche' proprio questo e' lo scenario che si prospetta con il convertendo...), potrebbero a questo punto cercare di "rientrare" almeno in parte dei propri crediti puntando ai soldi in arrivo a Detroit...
Dunque alla fine e' arrivato il divorzio consensuale (una lunga e complessa guerra legale non era nell'interesse di nessuno). La Fiat straccia la put option della discordia e, in cambio, si porta a casa un miliardo e mezzo di euro (abbondanti risorse fresche, piu' che mai utili a Torino in una fase difficile come questa). Cancellate anche le varie joint-venture operative che legavano Fiat e General Motors. Vista tutta la situazione che si era venuta a creare, casa Agnelli ne esce bene. Certo, non sono i due miliardi di cui si era parlato in un primo tempo, ma comunque un miliardo e mezzo rappresenta comunque una montagna di soldi. E, soprattutto, anche una eventuale vittoria in sede legale avrebbe rischiato di arrivare troppo tardi per Torino. Quindi, e' andata bene cosi'. Ora pero', chiuso il rapporto con Gm, per Fiat si apre la vera e decisiva sfida: quella del rilancio. Una sfida che la casa torinese dovra' affrontare tutta da sola. Senza piu' la collaborazione operativa con un grande gruppo come General Motors e in un mercato delle quattro ruote che e' diventato davvero difficilissimo (specialmente per Fiat...). Impresa ardua, molto ardua. Lo sanno bene le grandi banche creditrici del Lingotto (Intesa, Unicredit, Capitalia e Sanpaolo Imi). Quelle del prestito convertendo. Quelle che, invece di rischiare di ritrovarsi alla fine azioniste di riferimento della Fiat (perche' proprio questo e' lo scenario che si prospetta con il convertendo...), potrebbero a questo punto cercare di "rientrare" almeno in parte dei propri crediti puntando ai soldi in arrivo a Detroit...
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