26 giugno 2008

Lapissimo!

Dopo averlo tanto "bastonato" su questo blog, per una volta sto senza ombra di dubbio dalla parte di Lapo Elkann. Le sue bordate a sorpresa a Pitti Uomo le ho trovate semplicemente fantastiche. Dello sbandierato made in Italy firmato Tod's ecco cosa ha detto il Lapo scatenato: "Le scarpe che porto sono artigianali, fatte da Arfango, azienda toscana. Io posso permettermi, a differenza di Tod's, di metterci sopra la bandiera italiana, perché faccio tutto in Italia". Bel messaggio per Dieguito Della Valle a cui piace così tanto raccontare nei salotti tv del suo successo fatto interamente in Italia. Cosa sa Lapo che noi non sappiamo e che forse Dieguito preferisce non raccontare? Forse già una "certa" inchiesta di Report ci era andata vicino? Ma pure per Montezemolo c'è stato qualche pensierino. E sì, proprio Lucky Luke Montezemolo, lesa maestà ;-) Questo il passaggio più gustoso: "Io non mi nascondo, come altri imprenditori. Né millanto. Inutile parlare di fenomeni che non esistono come Ballantyne. Mentre non si ha il coraggio di dare spazio ai talenti, veri. Un esempio? Io preferisco lavorare con Giugiaro che con la Fiat". Ricordiamo che Ballantyne è controllato dal fondo Charme di Montezemolo e figlio. Grande Lapo! Lapissimo!

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25 giugno 2008

Manager all'asilo

Qui da noi imprenditori e manager che finiscono nei guai con la giustizia alla fine di solito riescono ad uscirne in modo abbastanza indolore. Sapete chi è l'uomo qui sopra? Si chiama Chung Mong-koo. E in Corea del Sud è un uomo potentissimo: è il presidente della Hyundai. Condannato per un reato di tipo finanziario, è stato destinato ai lavori socialmente utili. E' così che è finito, come vedete, a dar pappe e biberon in un centro per l'infanzia a un centinaio di chilometri da Seoul. Sarà pure solo immagine (non è con qualche ora in un asilo sotto i riflettori delle tv che si risolvono tutti i problemi), però è una bella immagine!

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23 giugno 2008

Tutto incluso, anche quello che non ti aspetti ;-)

In una conferenza stampa in Germania, a Dusseldorf, il numero uno di Ryanair, Michael O'Leary, parla di tariffe per i nuovi voli verso gli Usa tutto incluso. Anche "beds and blowjobs". Ok per i "beds", ma sui "blowjobs" (se non sapete l'inglese, basta una semplice ricerca su Google...) la platea giustamente non si trattiene ;-) Forse l'Alitalia dovrebbe prendere esempio da Ryanair ;-) Comunque, per la cronaca O'Leary è rimasto stupito (è irlandese, forse lì la parola blowjob ha un significato diverso? Non so).

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Nielsen fa l'indiana

Video dei dipendenti Nielsen:

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20 giugno 2008

Fiat scarica già i tibetani

Avete visto lo spot tv della nuova Lancia Delta, quello con Richard Gere tra i monaci tibetani? A me è subito piaciuto. Bene - mi sono detto- nonostante i cinesi siano sempre pronti a minacciare chi "osa" parlare del Tibet, la Fiat non si è fatta problemi in questo senso. Bravi - ho pensato - non il sempre più ahimè generalizzato atteggiamento tra il pavido e l'opportunista (tutti vogliono continuare a fare affari con i cinesi...). Questo succedeva qualche giorno fa. Ma oggi devo già ricredermi. Guardate cosa ha scritto la Fiat in un comunicato: "La scelta dell'attore Richard Gere, noto per l'adesione al buddismo e alla causa del Tibet, per la pubblicità della Lancia Delta, non ha nessun intento politico nè nasconde la volontà di interferire con il sistema politico cinese. La promozione e la pubblicità dei prodotti del gruppo sono collegate a eventi e personaggi che hanno dato significativi contributi artistici a livello internazionale. Queste scelte non hanno mai avuto nulla a che fare con ragioni politiche o con l'intenzione della Fiat di interferire con il sistema politico interno di nessun Paese, tanto meno nei confronti della Repubblica Popolare Cinese. (...) Il gruppo Fiat riafferma la propria neutralità in merito a qualsiasi questione politica, sia essa nazionale o internazionale. Nel caso in cui la pubblicità della Lancia Delta possa aver dato origine a fraintendimenti circa una consolidata posizione di neutralità dell'azienda, il gruppo Fiat intende presentare le proprie scuse al Governo della Repubblica Popolare Cinese e al popolo cinese". Capito bene? La Fiat si scusa con il governo cinese! Ma di che?! Un'azienda italiana non è libera di poter far vedere dei monaci buddisti in un suo spot? Pazzesco! La Fiat deve sì chiedere scusa, ma ai tibetani. Di loro alla Fiat importa solo se possono servire a vendere automobili, ma, se per caso la Cina storce il naso, a Torino sono subito pronti a dirsi "neutrali" rispetto alla drammatica vicenda del Tibet. In momenti come questo sono ancor più soddisfatto di guidare un'auto tedesca e non un'italiana del gruppo Fiat.

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Un oceano di differenza

Dunque, retata a Wall Street per irregolarità e violazioni di legge legate a tutta la vicenda dei mutui subprime. Centinaia di arresti e una valanga di incriminazioni. Insomma, pugno duro. Come in America si era già visto per altre vicende finanziarie, ad esempio quella del collassato gruppo Enron. La differenza con quanto succede da noi è lampante. E grande come l'oceano che divide il Nuovo Mondo dal Vecchio Continente. In America il sistema cerca di correggere le proprie (fisiologiche) storture. Anche in modo pesante quando è il caso. Un bel messaggio per il mercato e non solo. Da noi invece tutto sembra sempre andare a finire a tarallucci e vino. In fondo pare non esserci mai interesse a far emergere i veri meccanismi e le vere responsabilità dei crack. Negli Usa almeno ci provano. Qui da noi tutto "si aggiusta". Si trova sempre una "soluzione". Si trova sempre una bella favoletta da propinare ad una opinione pubblica che (colpevolmente, per ignoranza e superficialità) è sempre pronta a farsi abbindolare (basta ricordare ad esempio la "Parmafavola" del buco da 14 miliardi di euro fatto da Tanzi e Tonna taroccando i documenti a colpi di scanner!). L'Fbi ha arrestato personaggi come Ralph Ciotti e Matthew Tannin, ex Bear Stearns. Dovranno raccontare parecchie cose, rischiano pene esemplari (come appunto si è visto nella vicenda Enron). Dalle nostre parti invece, lo sappiamo, le banche sono abituate a non pagare mai. Al massimo briciole. I banchieri, come nello scandalo di Collecchio, si dichiarano "vittime". Il conto alla fine lo pagano sempre i piccoli risparmiatori. Un copione rodato che non passa mai di moda.

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19 giugno 2008

La pensata di Tempo e Sole


Vabbè che hanno fatto insieme quello che loro chiamano una "web syndication" (Italia News), vabbè che il Sole 24 Ore nelle classifiche internet negli ultimi anni è rimasto un po' indietro rispetto a quando, ancora attorno al '99/2000, si battagliava la prima posizione delle news online con Repubblica.it, però francamente mi sembra molto bizzarro che il sito del giornale Il Tempo (che non ha la stessa proprietà del Sole 24 Ore!) abbia cambiato il suo indirizzo web in http://iltempo.ilsole24ore.com. Sì, proprio così, ora se si digita www.iltempo.it si viene reindirizzati automaticamente su http://iltempo.ilsole24ore.com (fatelo e guardate l'indirizzo url in alto alla pagina). E questo pure con la testata del giornale online che resta "Il Tempo.it". Insomma, una "trovata" per cercare di far riscalare al Sole la classifica dei siti di news italiani? E, nel caso, è accettabile che il sito di un giornale diventi il sottodominio del sito di un altro giornale controllato da una proprietà totalmente diversa? A me (è solo la mia personale e soggettiva opinione) sembra, diciamo così, "ingegneria creativa" che alla fine rischia solo di generare confusione.

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18 giugno 2008

Sacro e profano

Negli Usa c'è un movimento religioso, quello guidato da tale Rocky Twyman, che ha già dato il via a una iniziativa chiamata "Prayer at the pump". Preghiera collettiva davanti alle pompe di benzina per chiedere un intervento divino in favore del calo dei prezzi dei carburanti!

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Dieta Rcs? Solo un assaggio


Resto sul tema Rcs, dopo il post di ieri (subito qui sotto). Alla fine dal Cda straordinario è arrivato un intervento tutto sommato "light" rispetto allo scenario che si sta ormai delineando. Il piano industriale già varato non è nel suo impianto modificato, resta tutto come prima. In sostanza si è deciso il blocco delle assunzioni per quest'anno e il taglio di una ventina di dirigenti. Tutto qui? La sensazione (di molti...) è che forse abbiamo visto solo un primo assaggio. D'altronde, certe domande di fatto restano. Le strategie di fondo sono adeguate ai profondi cambiamenti a cui il settore della stampa sta inevitabilmente andando incontro? E i vertici aziendali? Quale prospettiva per l'operazione in terra spagnola di Rcs?

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16 giugno 2008

Se il Corriere non corre...


Da tempo su questo blog parlo di certe evidenti difficoltà di mercato della "grande" stampa nostrana e in particolare del blasonato Corriere della Sera (e, sì, perchè alla fine, come ho appunto già avuto modo di dire, contano i numeri e non le chiacchiere). Questo in un clima generale dove ancora "osare" criticare Mieli da una parte e dall'altra il patto di sindacato che regge l'Rcs sembra di fatto tabù. Il Corriere perde copie. Eppure Mieli è sempre in tv riverito come una sorta di pontefice della stampa nazionale. Il Corriere, tradizionalmente giornale del Nord, manco si è accorto in campagna elettorale di che aria tirava al Nord (grande avanzata della Lega che avrebbe portato il centrodestra a stravincere) e ancora a pochi giorni dal voto parlava di pareggio e conseguente ingovernabilità. Eppure Mieli nel post-voto è stato chiamato ovunque a spiegare le dinamiche elettorali. Ci sono parecchie cose che non tornano, insomma, e appunto io non lo dico da oggi, ma, come chi mi segue sa, da un bel po' di tempo. I conti Rcs vanno male (nel primo trimestre di quest'anno sono state registrate perdite superiori ai 18 milioni di euro contro un dato ancora in positivo nello stesso periodo del 2007). Il titolo Rcs va male (nell'ultimo anno ha perso oltre la metà del suo valore). Tutti dati peraltro che vanno nella stessa direzione di un trend di settore. I super conservativi editori italici (per non dire miopi...) cominciano solo ora ad accorgersi, e peraltro ancora molto timidamente, che internet e free-press sono destinati a mettere in seria crisi la carta stampata, soprattutto le consolidate mastodontiche strutture di costo delle relative organizzazioni. La settimana scorsa in Borsa è scattato una sorta di primo allarme rosso per Rcs (si sono viste vendite pesanti). Oggi c'è l'atteso Cda straordinario (anticipato rispetto alla riunione che era già in agenda per inizio agosto). E proprio contestualmente il Cdr del Corriere ha fatto uscire un comunicato molto duro (a pagina 25 del giornale). Si parla tra le altre cose di "fase delicata e complessa in cui è venuta a trovarsi l'azienda anche a seguito di errori imprenditoriali e di improvvide strategie finanziarie e editoriali del presente e del passato". Aria davvero pesantuccia in casa Rcs. Segni crescenti di difficoltà. E il punto è che i primi segnali in questo senso si sono visti molto tempo fa. Sono stati recepiti o si è preferito mettere la testa sotto la sabbia? Il sospetto che si sia finora preferito la seconda opzione viene visto che alla domanda di chiarimento sul calo delle vendite fatta all'ultima assemblea soci dalla commercialista Anna Strazzera per conto dell'azionista Rotelli (prima volta che in quella sede qualcuno ha "osato" sollevare la questione!) l'a.d. Perricone, come già raccontato pure in questo blog, così ha risposto: "Siamo soddisfatti dell'andamento del quotidiano". Ricordiamo che nel 2007 le vendite del Corriere sono calate di un altro 2,8%. Come si fa a dirsi "soddisfatti" di un -2,8%? Se finora non c'è stato di conseguenza nessun forte cambiamento di rotta, cosa si pensa di fare per il prossimo futuro? A questo punto a pretendere qualche chiarimento dai "signori" di Rcs c'è la Borsa. Che notoriamente sa non essere tenera nel caso non sia più che rassicurata....

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12 giugno 2008

La pantofola di Lapo

L'ultimo investimento del prode Lapo: insieme ai suoi soci di Italia Independent (quella degli occhialoni che costano una fortuna) e attraverso una operazione messa in piedi da una finanziaria americana (la Mercurio Capital Partners) è entrato nel capitale dell'azienda italiana Pantofola d'Oro (è di Ascoli). Per Lapo Elkann già pronto un bel posto nel "board of advisors" della società. Anche grazie all'aumento di capitale che ha consentito appunto pure l'ingresso del giovane e blasonato "maestro di stile" (vedere foto qui sopra...), ora l'azienda ascolana pianifica di aprire una bella filiale negli States: la "Pantofola d'Oro Usa". Alla conquista dell'America a colpi di pantofola, la saga del giovane Elkann continua ;-)

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11 giugno 2008

Liberalizzare davvero!

Parole sacrosante quelle dell'Antitrust: "Vanno abrogate le limitazioni numeriche agli accessi previsti per alcune professioni, come per esempio nel caso dei notai e dei medici del servizio sanitario nazionale". Diciamoci la verità, chi crede davvero nelle liberalizzazioni come una delle urgenti necessità per un Paese troppo ingessato come l'Italia comincia ad essere stufo: tutti si dichiarano a favore delle liberalizzazioni, ma poi alla prova dei fatti, davanti al potere delle varie corporazioni e al freno delle varie rendite di posizioni, nessuno ha il coraggio di intraprendere azioni veramente radicali. Ogni corporazione è favorevole a liberalizzare le altre corporazioni, mai la propria. Come l'emergenza monnezza in Campania: tutti sono contro i rifiuti in strada e tutti vogliono discariche per risolvere la questione, ma nessuno vuole la discarica vicino a casa propria. Ora basta, ci stiamo davvero stufando! Bisogna decidere se vogliamo continuare ad essere in eterno il Paese dei veti e dei blocchi, il Paese bloccato, oppure se finalmente si vuole cominciare a fare riforme vere. Personalmente credo che l'Italia avrebbe bisogno non semplicemente di qualche liberalizzazione, ma di un vero shock in questo senso. Una rivoluzione liberalizzatrice. Un attacco al cuore del sistema delle corporazioni. Non solo cercare di limitarle, ma abolirle tutte. Solo così si può dare una scossa ad un sistema addormentato su se stesso, un sistema in letargo. Abolire tutte le corporazioni per uscire dal letargo!

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Google Finance

Ringrazio l'amico Albert per avermi segnalato questa cosa già la scorsa settimana: Google ha lanciato il suo nuovo servizio finanza. Ed è un lancio decisamente degno di nota visto che c'è una sostanziosa novità rispetto a tanti servizi simili: Google offre gratis le quotazioni in tempo reale del Nasdaq! Addirittura in modalità "push" (la pagina web si aggiorna automaticamente, in modalità continua e dinamica, proprio come su un terminale Reuters) e senza nemmeno bisogno di registrazione. Bel colpo davvero. Per quanto riguarda le quotazioni borsistiche in tempo reale free su internet ricordo che c'è stato un precedente proprio in Italia: attorno al '99/2000 Kataweb Finanza portò su web gratis i prezzi in diretta dalla Borsa Italiana. Poi la cosa non è proseguita e comunque di certo l'operazione di oggi di Google ha una scala non locale ma tendenzialmente globale.

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05 giugno 2008

La coperta si è ristretta

Il sistema della "grande finanza" ora scricchiola. Il sistema che è mostruosamente cresciuto a colpi di derivati adesso comincia a mostrare tutti i limiti di una espansione forzata. La finanza creativa con i suoi "miracoli" è servita a sostenere (per non dire "dopare"...) il sistema economico. Prima o poi però arriva sempre il momento dei conti. L'anno scorso tutto è cominciato con la crisi dei mutui subprime americani e degli strumenti derivati collegati. E' stato solo il primo segno. Poi, pian piano altri casi. Come quello della banca inglese Northern Rock, quello di Bear Stearns o ancora quello della Societé Generale (non avrete mica creduto alla panzana del trader trentenne che ha mosso 50 milioni di euro senza che nessuno se ne accorgesse?). E' sempre più evidente che gli "incidenti" non vanno guardati in modo scollegato, ma, al contrario, come tessere di un puzzle che va formandosi. Cosa viene fuori? Semplice: si comincia a vedere che la "coperta" del sistema finanziario internazionale si è fatta troppo stretta. Non si riesce più a coprire tutto. La "macchina" non è invulnerabile ed eterna come forse molti avevano pensato. Si creano buchi. Qui e là sono già scoppiati i primi bubboni, altri ne verranno. E non a caso tra gli addetti ai lavori ormai basta qualche segnale negativo per far scattare subito l'ansia. Proprio in questo senso qualche nuovo esempio si è visto in questi giorni. Negli Usa il titolo della potente banca d'affari Lehman Brothers ha passato un momentaccio (l'altro giorno è arrivato a perdere fino al 14%). A far scattare l'allarme rosso è stato il rumor pubblicato dal Wall Street Journal su un possibile aumento di capitale. In Europa ieri invece sotto pressione è finito il titolo di Bnp Paribas. Per il giudizio dell'agenzia di rating Fitch secondo la quale il gruppo bancario francese risulterebbe tra quelli bisognosi di ricapitalizzazione. La coperta, appunto, si è ristretta. La garanzia di essere sempre e comunque coperti non c'è più. Nemmeno per i grandi gruppi. Qualcuno ha già iniziato a ballare, altri rischiano di farlo nel prossimo futuro. Il divertimento è appena agli inizi ;-)

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04 giugno 2008

C'è fame e fame...

Beh, forse il vertice Fao di Roma non risolverà il problema della fame nel mondo, ma di certo ha già ben risolto quello della fame dei delegati arrivati per il vertice. Oggi ad esempio gli chef ingaggiati per il grande evento mediatico propongono un bel menù con cinque piatti. Mousse al formaggio bianco, pasta con verdure e pomodorini, straccetti di manzo, fagiolini verdi al burro, ananas con gelato. Il tutto accompagnato da due diversi vini, un Nero d'Avola del 2005 e un Cabernet (caso mai qualche delegato non ne gradisse uno, può optare per l'altro). Insomma, c'è fame e fame. Per quella dei delegati Fao tutto risolto. Per l'altra, quella del Terzo mondo, si parla e si lanciano moniti. Di certo il dramma della fame nel mondo non sembra togliere l'appetito ai partecipanti al summit romano. Ognuno d'altronde ha i suoi problemi. I delegati Fao ad esempio oggi devono stare attenti a non mangiare troppo visto che domani il menù propone tra le altre cose risotto alla parmigiana e ragù di vitello con legumi.

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Problemi mail

In questi giorni ho problemi nel consultare la mia casella di posta elettronica (qualcosa non funziona sul mio pc). Mi scuso quindi se qualcuno ha scritto e non ha ricevuto risposta. Spero che la cosa si risolva a breve.

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